Negli USA si espande a macchia d’olio il numero degli Stati che hanno adottato una legislazione favorevole al consumo della cannabis anche per scopi ludici e non solo terapeutici. Al momento son 10 gli Stati (più Washington D.C.) in cui l’uso della marijuana è regolato ma libero. Presto, però, probabilmente entro il 2019, altri tre Stati potrebbero aggiungersi alla lista, portando a quasi 100 milioni i cittadini americani che hanno la possibilità di acquistare legalmente ‘erba’. In Italia, intanto, la situazione è completamente capovolta rispetto a quanto accade Oltreoceano.

Non solo l’uso ricreativo è vietato e coltivare piante di cannabis anche per uso personale resta un reato, ma anche il commercio legale della cosiddetta cannabis light è costretto a misurarsi con una inspiegabile stratta repressiva delle forze dell’ordine.

Negli Usa dilaga la legalizzazione della cannabis

Come spesso accade, gli Stati Uniti d’America si rivelano spesso precursori di mode ed abitudini che, in seguito, in nome della globalizzazione neoliberista, si diffondono in tutto il pianeta. Stranamente non è ancora il caso della cannabis, già legalizzata per uso medico in decine e decine di Stati Usa e ammessa anche per uso ludico da 10 amministrazioni, più quella della capitale Washington (si tratta di Michigan, Alaska, Colorado, Nevada, Oregon, Washington, Vermont, Maine, Massachusetts e California).

A questi potrebbero presto aggiungersi, probabilmente entro l’anno in corso, altri tre Stati come New York, New Jersey e New Mexico. Da tenere in considerazione anche il fatto che, recentemente, il presidente americano Donald Trump (la cui amministrazione federale repubblicana si è sempre dichiarata contraria alla legalizzazione) ha firmato una legge per favorire la coltivazione e la produzione di canapa, variante della cannabis priva di thc, il principio psicoattivo ritenuto una droga.

In Italia è guerra alla cannabis light

Mentre gli Usa si stanno occupando di aprire i mercati internazionali al commercio della cannabis, l’Italia continua a dirigersi in direzione ostinatamente contraria. Il semplice consumo, come detto, è passibile di segnalazioni all’autorità giudiziaria, con relative sanzioni amministrative.

Va ancora peggio, ovviamente, per la coltivazione, anche domestica, considerata un reato penale. Uno spiraglio pareva essersi aperto con la legalizzazione della cannabis light, l’erba con un bassissimo livello di thc e alto di cbd, i cui rivenditori hanno iniziato a spuntare come funghi su tutto il territorio nazionale. Peccato che, come accaduto il 17 dicembre scorso a Forlì, la polizia abbia disposto il sequestro di ben 73 chili di infiorescenze di cannabis in 16 diversi negozi. La montagna di ‘droga’ dovrà adesso essere analizzata e, molto probabilmente, si scoprirà che non si tratta affatto di droga. Intanto, però, i numerosi posti di lavoro creati dal commercio della cannabis light, vengono messi a rischio invece di sviluppare un fiorente mercato (è proprio il caso di dirlo) che potrebbe assicurare ingenti entrate alle casse dello Stato.