In America si sta discutendo nelle ultime ore riguardo un'insolita proposta di legge portata alla camera dalla deputata repubblicana dell'Arizona, l'ottantaquattrenne Gail Griffin, con l'obiettivo di imporre una tassa di circa 20 dollari una tantum per ogni dispositivo posseduto che consenta di accedere ad un qualunque sito porno. Nonostante rientri in un più grande disegno riguardante la prevenzione dello sfruttamento sui minori, nonché sul traffico di esseri umani, quella presentata è a tutti gli effetti una tassa sul porno. La modalità prevista sarebbe quella di imporre ai produttori un blocco ai canali di distribuzione pornografica, blocco eliminabile attraverso il pagamento della tassa.

Tassare il porno per costruire il muro

Non è mai stata nascosta la volontà del presidente Donald Trump di definire al meglio il confine tra Stati Uniti e Messico attraverso la costruzione di un muro lungo tutto il confine. Il ricavato dalla tassazione proposta sarà completamente destinato alla John McCain Human Trafficking and Child Exploitation Fund, l'associazione che tra le altre è impiegata nella costruzione del muro. L'alternativa proposta dalla deputata per quanto concerne la destinazione degli eventuali fondi ricavati non è molto distante dalla proposta principale: se i soldi non saranno destinati alla costruzione del muro, dovranno essere impiegati per finanziare la sicurezza lungo le frontiere.

Sono fortunatamente compresi altri fini strettamente legati al disegno di legge: protezione di individui vittima di violenza domestica, prostituzione, abuso infantile, violenza sessuale e/o traffico di esseri umani. Chi provasse o riuscisse ad aggirare il blocco sarebbe multato per 2500 dollari e rischierebbe fino a 6 mesi di reclusione.

La deputata non è dunque voluta andarci per il sottile, esternando in questo modo la gravità e la serietà della tassazione proposta.

Non è una novità assoluta

La proposta non è una novità assoluta nel mondo americano: tra gli Stati che, negli ultimi anni hanno, presentato proposte simili possiamo individuare: la Virginia, lo Utah, l'Alabama e la Carolina del Sud.

Ma il rischio di incostituzionalità per provvedimenti del genere sarebbe molto alto. Inoltre per trasformare in legge dello Stato dell'Arizona la proposta della deputata Griffin, sarebbe necessaria la maggioranza di due terzi di entrambe le Camere del Parlamento statale, più la firma del governatore. Ma se il Governatore ponesse il veto, sarebbe necessaria una doppia maggioranza parlamentare di tre quarti. Numeri molto difficili da raggiungere.