Dopo la positiva soluzione del caso Sea Watch, nel governo gialloverde sembra tornato il sereno. L’ennesima emergenza immigrazione si è conclusa, infatti, con un successo diplomatico dell’Italia nei confronti dell’Europa, ‘costretta’ a spartirsi l’accoglienza dei migranti che prima sbarcavano nel nostro Paese. Esultano, naturalmente, il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier, Luigi Di Maio, leader del M5S, e Matteo Salvini, capitano della Lega. Tutti giurano che il cosiddetto governo del cambiamento durerà cinque anni e che, anche su pensioni, reddito di cittadinanza e grandi opere si troverà la quadra.

A non essere convinto da questa apparente luna di miele è però Marco Travaglio. Il direttore del Fatto Quotidiano, infatti, oggi ha pubblicato un editoriale scritto con una penna intinta nel curaro. Le sue attenzioni, negative, sono tutte rivolte nei confronti di Salvini, accusato di ogni nefandezza.

L’editoriale di Travaglio contro Matteo Salvini: ‘Non è un governante intelligente’

Secondo Marco Travaglio è vero che Matteo Salvini è un uomo politico “furbo e abile”, ma certamente non un “governante intelligente”. Se lo fosse stato, chiosa il direttore del Fatto, avrebbe ringraziato Giuseppe Conte invece di attaccarlo per essere intervenuto a gamba tesa al fine di risolvere l’emergenza migranti sulle navi Ong Sea Watch e Sea Eye.

L’accordo stipulato con 8 Paesi europei per la ricollocazione dei profughi, infatti, dovrebbe essere considerato una “vittoria” e non una sconfitta come invece fa Salvini. Vittoria perché, oltre ad allontanare i sospetti di “razzismo” dall’esecutivo, si è finalmente riusciti a far passare il principio della condivisione europea dell’emergenza immigrazione.

‘Salvini non vuole risolvere i problemi ma accumulare like’

Peccato che, aggiunge Marco Travaglio, “purtroppo Salvini è un ottimo politico, ma un pessimo governante”. Il leader leghista, infatti, non sarebbe interessato a “risolvere i problemi”, ma solo ad “accumulare like sui social e punti nei sondaggi”. In pratica, se i consensi della Lega aumentano, non è importante risolvere veramente i problemi, come dovrebbe invece fare chi governa, ma risulta più conveniente lucrare politicamente sulle emergenze.

Un esempio lampante di questa politica sconsiderata, scrive il direttore del Fatto, è quanto accaduto con il Decreto Sicurezza con il quale, attacca, verrà moltiplicato il numero di clandestini nelle strade. Ma non importa, visto che, così facendo, Matteo Salvini avrà ancora un nemico contro cui puntare il dito.

Travaglio elenca i flop del leader leghista

Marco Travaglio si chiede ironicamente quanti anni ci vorranno agli italiani per “sgamare” Matteo Salvini, così come già accaduto con Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Intanto però, si balocca il giornalista, dai sondaggi escono numeri in stallo per la Lega e, soprattutto, i suoi contatti social si sarebbero dimezzati. Tutta colpa della presunta perdita del suo “tocco magico”, sostiene Travaglio, che ha portato il capitano leghista a fare diversi “autogol”, come le mancate espulsioni di clandestini e il rinvio della flat tax, mentre su reddito e pensione di cittadinanza non avrebbe “toccato palla”.

Per non parlare dell’inopinato “selfie con l’ultrà milanista pregiudicato per traffico di droga e collezionista di Daspo per violenze negli stadi” e delle posizioni discutibili prese dopo gli incidenti di Inter-Napoli. Ma i fallimenti e le gaffe di Salvini secondo Travaglio non si contano: il tweet con cui avrebbe avvertito i mafiosi nigeriani di una retata a Torino, l’aver mangiato pane e nutella “mentre la mafia ammazzava il fratello di un pentito”, il tentativo fallito di bloccare la legge “Anticorruzione e Bloccaprescrizione”.