La Brexit continua ad essere al centro della Politica estera dell'Unione Europea. I negoziati tra la Commissione europea e il Regno Unito sono in una fase di stallo, tanto che tra i confini di Sua Maestà sta prendendo piede l'ipotesi di indire un secondo referendum sulla Brexit. Questo, molto probabilmente, dipenderà dal fatto se il primo Ministro britannico, Theresa May, riuscirà o meno a far passare un suo accordo con la Ue sull'uscita. In caso contrario, come ha messo in evidenza il Leader del Partito laburista britannico Jeremy Corbyn, il partito di opposizione è pronto a presentare alla Camera dei Comuni ameno tre emendamenti che hanno il preciso scopo di allontanare la possibilità che la Brexit abbia luogo senza un preventivo accordo tra le forze politiche inglesi.

E tra questi, uno in particolare prevederebbe che l'accordo di uscita venga sottoposto ad un nuovo referendum popolare confermativo.

Le altre due proposte del partito laburista inglese

Come mette in evidenza il quotidiano economico "Il Sole 24Oore" il partito guidato da Jeremy Corbyn sosterrà anche altre due proposte, alternative al referendum popolare. Una prima proposta, promossa dal parlamentare laburista Yvette Cooper, mira a chiedere al Governo di Theresa May che si faccia promotore presso la Commissione europea di una richiesta di proroga del periodo di negoziazione regolato dall'articolo 50 dei trattati. Lo scopo è andare oltre la dead line fissata al prossimo 29 marzo. Un secondo emendamento che dovrebbe venire proposta dai Laburisti prevede espressamente la richiesta al Governo britannico di adottare le proposte dei Laburisti per un'uscita più graduale dall'Europa che, comunque, consenta di mantenere dei forti legami.

Infatti, il partito guidato da Jeremy Corbyn propone di creare una Unione doganale tra Regno Unito e Unione Europea e uno stretto allineamento con il mercato unico del blocco.

La Brexit un'arma a doppio taglio per i Laburisti

Il Partito Laburista, e Corbyn in particolare, sono sotto pressione da settimane da parte dell'opinione pubblica e della base del Partito perché sostengano senza mezzi termini la necessità di un secondo referendum sulla Brexit.

Tanto che, solo la scorsa settimana, otto legislatori di area laburista che sostenevano il ricorso al referendum hanno lasciato polemicamente il partito. E questo proprio perché hanno giudicato le posizioni della dirigenza laburista troppo esitanti sul tema. D'altra parte, la base del partito sembra essere letteralmente spaccata a metà tra coloro che propendono per rimanere nella Ue e coloro che, invece e nonostante tutto, vogliono abbandonarla. Un ulteriore rebus in questa intricata vicenda internazionale.