Oggi, 14 febbraio, giorno di San Valentino, è in programma la pubblicazione dell’ultima fatica letteraria di Matteo Renzi, un libro intitolato ‘Un’altra strada - Idee per l’Italia di domani’. Per questo l’ex segretario del Pd sta facendo il giro di tutti i mass media, rilasciando interviste ed elargendo pubblicamente preziose anticipazioni estratte dalla sua opera. Tra i vari organi di stampa a cui Renzi si è concesso c’è il Corriere della Sera che si affida ad uno dei suoi più noti cronisti, Gian Antonio Stella, per tracciare il profilo del nuovo Matteo Renzi, il quale, tra le righe del suo libro, lascia intendere chiaramente che non ha nessuna intenzione di uscire di scena dall’agone politico e dispensa perle del suo pensiero, come gli attacchi ai comunisti in stile Berlusconi, con la cui cultura, dice, non ha nulla a che spartire.
Matteo Renzi: ‘Io penso che ci si penta in chiesa, non in politica, non sono come i comunisti’
È un Matteo Renzi battagliero e per nulla arrendevole quello descritto da Gian Antonio Stella per il Corriere della Sera. L’autore del fortunato libro ‘La Casta’ (insieme a Sergio Rizzo) comincia il suo pezzo con una citazione biblica del profeta Isaia contenuta nel libro di Renzi. “Come disse Isaia: per amore del mio popolo non tacerò”. Insomma, l’ex premier e segretario del Pd non ha nessuna intenzione di spegnere la sua voce pubblica e si dice convinto che il luogo del pentimento sia la chiesa, non certo la politica. Perciò decide di prendere le distanze dai comunisti, perché l’unica occasione giusta per pentirsi è solo “davanti a un confessore”.
Renzi ribadisce, se ce ne fosse stato bisogno, di non provenire dalla “cultura comunista”, come starebbe dimostrando la vicenda del presidente venezuelano Maduro, perché “la difesa della dittatura comunista per me è insopportabile”.
‘Io sono l’anti-establishment, guadagno bene con le conferenze’
Passando ad analizzare gli errori commessi in passato, Matteo Renzi ammette nel libro di non aver investito sulla comunicazione social, di aver insomma trascurato i social network per concentrarsi a lavorare solo su Twitter che, intanto, “è morto”.
Nonostante la batosta elettorale subita lo scorso anno, il Rottamatore considera ancora lui e i suoi “meglio di come sono loro ora (il governo M5S-Lega ndr)”. Irride il premier Giuseppe Conte, in quanto non lo considera “l’avvocato del popolo” che dice di essere. Anzi, è lui “l’estraneo, il barbaro e l’anti-establishment, mentre Conte rappresenterebbe proprio l’establishment.
Il suo presente politico, prosegue il racconto, per il momento è composto solo dal suo impegno da senatore. Per il resto, aggiunge, “giro il mondo a fare conferenze e guadagno bene”. Sul suo ritorno da protagonista, però, Renzi non sembra avere dubbi: “Io sono tranquillo. So che la ruota gira. E che il tempo è galantuomo”.