Ospite a "Di Martedì" di Giovanni Floris, il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, si è soffermato particolarmente sul caso della nave Diciotti, ovvero sulla vicenda del tribunale di Catania che ha accusato di sequestro Matteo Salvini.
Nell'intervista si è parlato della bufera che si è scatenata intorno alla votazione sulla piattaforma Rousseau avvenuta nella giornata di ieri, con evidenti difficoltà, e che, secondo l'opposizione, ha finito per intaccare l'immagine stessa del movimento che, sin dalle origini, si è fermamente opposto all'immunità parlamentare.
Tra gli altri temi affrontati: le votazioni in Sardegna, il rapporto con Beppe Grillo e la questione della Tav Torino-Lione.
'E' stata democrazia diretta'
Alla domanda del conduttore Giovanni Floris - che ha chiesto un parere sulla votazione sulla piattaforma Rousseau, il quale conta 100mila iscritti - il capo del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha puntualizzato a gran voce e con orgoglio che "è stata democrazia diretta, è stato il primo caso in assoluto in cui i cittadini sono stati chiamati a votare non per delle persone, ma per un tema politico" piuttosto delicato.
Una soddisfazione che Di Maio non riesce a nascondere, sostenendo che 52mila iscritti hanno scelto liberamente di non concedere l'autorizzazione a procedere contro Salvini: "Il risultato ci unisce tutti".
D'altronde, il voto sulla piattaforma è stata la conseguenza delle visioni tutt'altro che univoche all'interno del Movimento Cinque Stelle.
Sempre parlando della "Diciotti", secondo Di Maio "tutti si sono assunti le loro responsabilità e tutti ora potrebbero essere indagati", sia lo stesso Di Maio, sia il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, sia il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
"E' opportuno ricordare" - continua il vicepremier - "che la decisione su dove i migranti sarebbero dovuti approdare è il motivo per il quale lo sbarco è stato ritardato, ma in quel periodo transitorio i migranti in questione hanno ricevuto il sostegno adeguato".
Travaglio: 'I grillini sono stati affetti dal berlusconismo'
Persino Travaglio, direttore de "Il fatto quotidiano", che ha seguito la vicenda con partecipazione e occhio critico, nelle scorse ore ha ammesso che: "E' bastato meno di un anno di governo perché il virus del berlusconismo infettasse un po' tutto il mondo dei Cinque Stelle".
Per Luigi Di Maio però queste sono dichiarazioni palesemente insensate, in quanto secondo il leader pentastellato questa è stata "una decisione alla luce del sole", che ha permetto in questo modo al M5S di distinguersi dai vecchi partiti che "si chiudevano in una stanza con due o tre persone".
Le elezioni in Sardegna e la Tav
Poi il conduttore Giovanni Floris si è soffermato sul rapporto con Beppe Grillo (che peraltro proprio nella serata di martedì è stato contestato), chiedendo al vicepremier se effettivamente i loro rapporti si siano allentati: ma su questo è arrivata la pronta smentita del ministro del Lavoro, il quale ha affermato di aver sentito il comico genovese nei giorni scorsi e di avere in programma un pranzo con lui prossimamente.
Riguardo alla elezioni regionali (domenica si vota in Sardegna) il ministro Di Maio, come aveva già annunciato su "Il blog delle stelle", ritiene che ci sia per il M5S la necessità di organizzarsi a livello regionale e nazionale, aprendo alla comunicazione con tutti. Insomma diventare un partito che "non è un partito da intendere nel senso odierno come comitato d'affari, perché ciò non si abbina affatto all'identità del movimento". "I veri partiti" - continua Di Maio - "avevano una struttura". "E ogni volta" - conclude - "qualcuno spera che il movimento muoia per far nuovamente spazio a quei partiti che fino ad oggi hanno governato, ma non succederà perché non vogliamo darla vinta a nessuno".
Per quanto attiene alla questione della Tav, infine, il vicepremier ha affermato semplicemente che "in questi otto mesi di governo ne abbiamo superate tante e anche stavolta troveremo una soluzione".