Antonio Saccone, senatore di Forza Italia, è stato protagonista di un intervento particolarmente duro nei confronti del Movimento Cinque Stelle. In Aula ha avuto modo di criticare aspramente le strategie messe in campo dal governo, con particolare riferimento all'ala pentastellata. Un'autentica invettiva che ha inteso mettere alla gogna misure come il reddito di cittadinanza, ma che non ha lesinato attacchi particolarmente duri e diretti verso le personalità più in vista che fanno capo ai grillini. Il riferimento va, naturalmente, al ministro per le Infrastrutture Toninelli, ad Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio.

Un intervento fuori dai ranghi che, alla fine, ha visto il necessario intervento del presidente del Senato Casellati che ha richiamato il politico all'ordine.

Reddito di cittadinanza nel mirino di Saccone

L'intervento di Saccone si apre con una critica piuttosto aspra relativamente alle previsioni ottimistiche del governo legate alla crescita economica. Ipotesi che, al momento e secondo il senatore forzista, starebbero cozzando con "la cruda e nuda realtà". Il riferimento è al crollo industriale del 7,5%, del Pil (-0,2%) e alla classifica che, tra i paesi europei, vede l'Italia all'ultimo posto rispetto alla potenziale crescita economica. "Siamo il fanalino di coda dell'Unione Europea" tuona Saccone, spostando il focus su un reddito di cittadinanza per il quale era stato garantito dal Movimento Cinque Stelle che avrebbe cancellato la povertà e fatto aumentare il quoziente dell'occupazione.

La critica dura riguarda il fatto che si tratta di un provvedimento che offrirà reddito a due milioni di persone, dimenticandone altri otto. Poi Saccone ancora una volta evidenzia che forse le risorse potevano essere investite in altri strumenti finalizzati alla crescita.

Attacchi diretti ai grillini

Con ironia Saccone definisce Toninelli il ministro che gira l'Italia filmando i piloni delle autostrade italiane, quasi ignaro del fatto che, essendo lui ministro gli toccherebbe sbloccare i cantieri.

Definisce "ominicchio" Di Battista che si offende perché il pubblico non lo applaude. "Di Battista - prosegue Zaccone - ti suggerisco una frase di Esopo: più la mente è piccola, più è grande l'aspirazione, più è grande l'arroganza". Il messaggio più plateale, però, arriva per Luigi Di Maio. Il senatore lo invita a lasciar stare i gilet gialli francesi e che, allo stesso tempo, non sarebbe possibile regalargli un gilet azzurro di Forza Italia.

A quel punto ricorda il suo passato da steward quando, di fatto, indossava un altro gilet. E con grande ironia gli augura un futuro ancora con quella uniforme per liberare l'Italia e gli italiani dalle sue politiche che portano alla recessione. A quel punto tira fuori un gilet con la faccia del vice premier, generando il rimprovero della Casellati che invita a mantenere un clima consono al Senato.

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