Adesso che l’esecutivo ha messo mano alle Pensioni con il varo di quota 100 e di opzione donna, alcuni dubbi riguardano ancora la riforma Fornero. Essa è stata superata come promesso da M5S e Lega, oppure le nuove misure sono solo dei piccoli e insignificanti interventi come sottolineano molti critici?

Il vice-premier Salvini nel commentare il successo del candidato di centrodestra alle elezioni amministrative in Abruzzo ha detto che sono già oltre 33mila i lavoratori che hanno presentato domanda di quota 100 liberandosi della legge Fornero. I sindacati scesi in piazza sabato la pensano in maniera opposta, innanzitutto perché le domande presentate potrebbero essere con riserva, cioè istanze che i lavoratori hanno presentato per poi valutare la convenienza a quota 100 una volta accolte.

Di sindacati ha parlato anche recentemente l’ex Presidente del Consiglio Monti, a capo del governo che ha introdotto la riforma Fornero, "smontando" di fatto alcuni argomenti delle grandi sigle sindacali che oggi chiedono ulteriori interventi sulle pensioni.

I sindacati tornano alla carica

In questa fase i sindacati hanno prodotto una mobilitazione piuttosto forte in contrasto alle recenti politiche economiche e previdenziali del governo Conte.

Sabato mattina in piazza a Roma, come raramente succede, i sindacati della triplice, cioè CGIL, CISL e UIL in maniera unitaria hanno manifestato il proprio disappunto su quanto sta mettendo in atto il governo. Una manifestazione riuscita, con un grande corteo da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni, forse la più partecipata degli ultimi 10 anni, come ha sottolineato per la UIL il segretario nazionale Barbagallo.

La quota 100 ed opzione donna, anche se misure valide che permetteranno a qualcuno di anticipare la pensione svincolandosi dalla Fornero, non serve ai giovani o a chi ha carriere discontinue e scostanti. Questo uno degli appunti mossi da parte dei tre sindacati, che chiedono una flessibilità in uscita a 62 anni senza paletti e naturalmente, la nuova pensione di anzianità a quota 41.

I 38 anni di contributi necessari come soglia minima di accesso alla quota 100 per esempio, tagliano fuori i nati dopo il 1959, quelli che da anni combattono con il precariato. Senza lasciare da parte le donne, da sempre categoria di lavoratori che spesso sacrificano carriere e lavori per la cura della famiglia. Donne che difficilmente riescono ad aver maturato i 38 anni che servono per la quota 100 e forse, neppure i 35 per opzione donna.

I sindacati c’erano anche nel 2011

Adesso i sindacati chiedono prepotentemente correttivi al pacchetto pensioni, ma sono in molti a ritenere che la protesta non fu altrettanto forte nel 2011. Un freddo dicembre fu quello in cui il nostro governo, assediato da una crisi economica e dallo spread impazzito, decise di varare la riforma Fornero, così ha introdotto il suo ragionamento Mario Monti, durante la trasmissione “Di Martedì” di La7. Una riforma dura da digerire, come conferma lo stesso ex Premier, la quale andava a irrigidire il sistema ed a rendere meno accessibili le pensioni per via dei conti pubblici da sistemare. Secondo Monti in nessun paese una riforma del genere sarebbe passata con la facilità con cui è passata in Italia.

Né la Politica e nemmeno i sindacati, se si escludono 2 ore di sciopero definite da Monti, simboliche, si sono infatti opposti in maniera forte al varo della riforma con la finanziaria di fine 2011. Le norme introdotte dalla riforma Fornero sono state un obbligo dovuto alle urgenze di quegli anni e, a quanto pare, sono misure difficili da mandare giù anche da parte di Monti e della Fornero stessa, ma furono presentate ai sindacati senza particolari discussioni e senza rivolte popolari, né attuate, né minacciate.