Da venerdì 29 a domenica 31 marzo è in programma presso il palazzo della Gran Guardia di verona il XXIII Congresso mondiale delle Famiglie. Evento fortemente voluto e organizzato dall’amministrazione comunale veronese guidata dal sindaco di centrodestra Federico Sboarina. Una iniziativa che divide il governo gialloverde, visto che al convegno, che prevede tra i relatori anche la discutibile figura della professoressa Silvana De Mari, hanno già dato la propria adesione ufficiale sia il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, che il leader leghista Matteo Salvini.

Su posizioni totalmente contrarie, invece, si pone il capo del M5S Luigi Di Maio, secondo il quale a Verona si celebra un nuovo Medioevo, soprattutto per quanto riguarda i diritti delle donne. Come i pentastellati la pensa, un po’ a sorpresa, Mauro Bonato, dimessosi nei giorni scorsi dalla carica di capogruppo della Lega in consiglio comunale a Verona proprio perché considera il Congresso delle Famiglie un inaccettabile ritorno ai tempi antichi quando le donne venivano considerate schiave degli uomini.

Mauro Bonato d’accordo con il M5S: ‘Non possiamo accettare chi equipara omosessualità e satanismo’

Le dimissioni di Mauro Bonato dalla carica di capogruppo della Lega in consiglio comunale a Verona sono arrivate l’8 marzo scorso.

Ma solo nelle ultime ore Bonato ha spiegato, con un’intervista rilasciata a open.online, le motivazioni delle sua scelta dirompente. L’ormai ex leghista dice di trovare semplicemente “agghiaccianti” e inaccettabili le tesi esposte dai relatori dell’evento, tra cui la già citata prof De Mari (già condannata per i suoi giudizi troppo duri contro la comunità lgbtq), secondo i quali l’omosessualità dovrebbe essere equiparata al satanismo.

Bonato imputa al ministro Fontana il fatto di aver voluto per forza organizzare il congresso, bollato come un “raduno dei suoi fan”, utilizzando i loghi del Comune e della Provincia, mentre invece “avrebbe dovuto farlo senza”.

‘Con la legge Pillon donne schiave degli uomini’

Mauro Bonato ammette con orgoglio di fare parte della cosiddetta ‘vecchia guardia’ della Lega, quella cioè che era nata con l’intento di “ottenere l’autonomia delle regioni”, non certo “per sindacare su temi etici o familiari”.

Insomma, l’ex parlamentare e due volte sindaco del suo Paese Bosco Chiesanuova, ammette con tristezza di non riconoscersi più nella Lega di oggi, divenuta “cattolico-integralista”. La sua accusa contro gli ex compagni di partito è quella di voler rendere la sua città la “culla del Medioevo”. Bonato critica anche il senatore Pillon, relatore dell’omonimo progetto di legge, perché, se dovesse passare la sua proposta, si rischierebbe di tornare “ai tempi antichi dove le donne fanno solo le schiave degli uomini”. L’ex leghista, che resterà comunque in consiglio comunale, era già arrivato ai ferri corti l’anno scorso con i salviniani, quando si era opposto alle dichiarazioni di Alberto Zegler che aveva paragonato i gay ad una “sciagura” e affermato che le donne avrebbero un “cervello diverso da quello egli uomini”.