La notizia del rinvio a giudizio dello scrittore di Roberto Saviano con l’accusa di diffamazione nei confronti di Matteo Salvini ha scatenato una vera e propria corsa alla solidarietà nei suoi confronti. Soltanto nel mondo dei cosiddetti intellettuali, comunque, visto che la presunta persecuzione della libertà di parola di un pensatore libero come Saviano non sembra interessare molto l’opinione pubblica. Sul quotidiano Repubblica, giornale con cui il letterato napoletano collabora da tempo, ieri è apparsa una lunga lista di intellettuali internazionali più o meno famosi che sostengono la tesi che lo scrittore sia stato rinviato a giudizio solo per le sue opinioni.

Come se la definizione di “ministro della Mala Vita” affibbiata al leader leghista non fosse una affermazione grave. Tra i nomi illustri che si riconoscono nell’hashtag #iostoconsaviano ci sono quelli di Salman Rushdie e Anif Kureishi.

Intellettuali di tutto il mondo mobilitati in difesa di Roberto Saviano

Il mondo degli intellettuali di tutto il mondo, almeno quelli vip, si mobilita a sostegno della libertà di parola di roberto saviano, rinviato a giudizio, secondo loro, solo per aver espresso un giudizio negativo sul ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini. Tra i primi sottoscrittori dell’appello mediatico in suo favore, c’è l’editore francese Antoine Gallimard, il quale afferma di non ricordare un episodio simile in Francia che coinvolga uno scrittore famoso.

Con Saviano si schiera anche Aurélie Filippetti, ex ministra della Cultura di Parigi, che si dice stupita dagli attacchi subiti dall’autore di Gomorra da parte di un “esecutivo autoritario, indegno e inquietante per la democrazia”.

Anche Rushdie e Kureishi con Saviano: Salvini li bacchetta

A spezzare una lancia in favore di Roberto Saviano ci pensa anche Salman Rushdie, l’intellettuale che vive da decenni sotto protezione per aver scritto i Versetti Satanici, libro considerato blasfemo dall’islam.

Rushdie parla addirittura a nome di tutti gli scrittori del mondo: “Saremo sempre schierati con Saviano”. Anche un altro pezzo grosso dell’intellettualismo mondiale, Hanif Kureishi, si dice convinto che “la libertà di espressione non esista più se si viene processati per un’opinione”. Il cahier de doléances dell’intellettualismo internazionalista viene completato dai nomi dello scrittore spagnolo Manuel Cercas, che bolla Matteo Salvini come il “politico più inquietante d’Europa”, da quello di Manuel Vilas, il quale considera “persecuzione politica” quella messa in atto da Salvini contro Saviano, e dallo statunitense Nathan Englander, che si dice “sbalordito dal coraggio di Saviano” nella sua lotta contro il potere.

Logico che a questi attacchi ‘di lusso’ il vicepremier italiano dovesse rispondere, come suo solito, con un post pubblicato su Facebook, telegrafico ma efficace: “Prima insultano e poi si lamentano”.