L'enfasi dell'aviazione iraniana di diffondere le recenti immagini dell'abbattimento del drone statunitense lasciano intendere quanto teso sia il clima tra Iran e Stati Uniti dopo che giovedì Teheran ha ingaggiato lo scontro nei cieli sopra lo stretto di Hormuz ed il golfo di Oman.

Le autorità per il trasporto aereo americano hanno vietato alle compagnie aeree private di volare nello spazio controllato da Teheran ed anche Lufthansa si accoda alla decisione per ragioni di sicurezza. La flotta statunitense, invece, resta in posizione di stand-by pronta ad attaccare in caso di necessità.

USA: l'abbattimento del drone e l'incidente delle petroliere

All'alba di giovedì 20 giugno, un missile terra aria iraniano ha colpito un "drone-spia" americano mentre sorvolava il golfo di Oman: entrambi i paesi negano di aver violato le norme di sorvolo e si rinfacciano le rispettive responsabilità.

L'abbattimento del drone statunitense avrebbe fatto salire di colpo la temperatura nel Golfo e continua, tuttora, a crescere il timore di un possibile conflitto armato in Medio Oriente. La tensione era già salita alle stelle dopo il recente attacco delle due petroliere statunitensi verificatosi nel golfo dell'Oman lo scorso 12 maggio: Washington accusa Teheran di aver utilizzato delle mine e l'Iran continua a negare.

In ogni caso sulla questione delle due petroliere gli Stati Uniti vogliono fare chiarezza tant'è che nella zona dell'incidente Trump ha inviato altri mille militari.

Il ripensamento di Donald Trump

Secondo il New York Times pare che il Presidente Donald Trump avesse dato l'ordine di attaccare subito dopo il recente abbattimento del drone ma che in extremis abbia cambiato idea; sembra, infatti, essere andato in scena uno scontro tra le due anime dell'amministrazione americana.

Favorevoli all'attacco il segretario di stato Mike Pompeo, il Consigliere per la sicurezza John Bolton ed il Direttore della CIA. Gli scettici del Pentagono avrebbero, infine, avuto la meglio, convinti che l'azione avrebbe potuto mettere a rischio le vite delle forze americane nell'area. Mike Pompeo, ad ogni modo, ha dichiarato che il Presidente "non vuole la guerra e continuerà a comunicare questo messaggio pacifista ma farà tutto il necessario per proteggere gli interessi degli Stati Uniti nel Medio Oriente".

Sulla stessa linea anche il Presidente iraniano Hassan Rouhani che ha tentato di allentare le tensioni partecipando ad una riunione a Teheran. Ha confermato nelle ultime ore che lo stato non è interessato ad una possibile guerra contro nessuna nazione aggiungendo poi che "i nemici dell'Iran non sono Paesi ma solo un gruppo di politici impreparati".