Mentre il caso Sea Watch scalda le cronache politiche italiane, visto il muro contro muro tra la Ong tedesca e il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, nel dibattito sul salvataggio dei migranti interviene a gamba tesa un’altra organizzazione umanitaria. Si tratta della spagnola Open Arms di cui uno dei comandanti, Riccardo Gatti, si dice pronto a violare i divieti imposti dal decreto sicurezza bis, appena entrato in vigore. Secondo Gatti, ospite oggi de L’Aria Che Tira, non c’è decreto Salvini che tenga se ci sono in ballo vite umane. Per questo è disposto a subire multe e sequestri pur di continuare “a fare quello che fa la Sea Watch”.
Dunque la Open Arms, attualmente ormeggiata nel porto di Napoli e recentemente visitata anche da Roberto Saviano, è pronta a riprendere il mare alla ricerca di migranti.
L’intervento di Riccardo Gatti a L’Aria Che Tira
Scoppiettante puntata de L’Aria Che Tira versione estiva, quella andata in onda su La7 lunedì 24 giugno. Il ‘sostituto’ di Myrta Merlino, Francesco Magnani, sollecita subito il suo ospite Riccardo Gatti, collegato in video. “Voi ritornerete in mezzo al mare - chiede a bruciapelo Magnani al comandante di Open Arms - Poi, quando vi troverete in una situazione come quella della Sea Watch, voi violerete il divieto, andrete incontro alle sanzioni ed eventualmente alla confisca?”. La risposta di Gatti è immediata e decisa.
“Noi continueremo a chiedere che le convenzioni, le leggi e i diritti vengano rispettati - rivendica con orgoglio il capomissione della Ong spagnola - se dovessimo trovarci nella stessa situazione della Sea Watch, evidentemente continueremo a fare quello che fa la Sea Watch. Noi sappiamo che la guerra contro le Ong è anche andata in questa direzione”.
Il capitano di Open Arms: ‘Quest’anno una persona su tre muore in mare’
“Da una settimana è entrato in vigore il nuovo decreto Salvini, il Salvini bis che ha già bloccato al largo di Lampedusa la Sea Watch 3 - insiste però il conduttore - voi in questo momento come Open Arms siete ormeggiati a Napoli, ma a breve riprenderete il largo.
A quel punto a che serve stare in mezzo al mare se poi queste persone non possono raggiungere terra?”. Anche in questo caso Riccardo Gatti non sembra avere dubbi. “Perché almeno stando in mezzo al mare - risponde - si fa monitoraggio delle violazioni dei diritti umani e si cerca di soccorrere le persone che se non venissero soccorse morirebbero. I dati di quest’anno sulle persone morte rivelano che si è arrivati a un livello percentuale molto alto rispetto agli sbarchi in Italia. Si è arrivati a certe punte in cui una persona su tre muore in mare, mentre l’anno scorso erano una su 39”. Il capitano di Open Arms si dice anche “basito di come al giorno d’oggi i discorsi che arrivano da politici (come Matteo Salvini ndr) che hanno un’intenzione, reale, politica nell’utilizzare la migrazione, vengano gestiti in modo totalmente strumentale. Qualcosa che al giorno d’oggi spaventa, anche per i messaggi che poi arrivano alla cittadinanza”.