L'ex Presidente della Camera Fausto Bertinotti è fuori dalla Politica attiva da ormai oltre undici anni, precisamente da quando la rovinosa sconfitta della lista "La Sinistra l'Arcobaleno" alle elezioni politiche dell'aprile 2008 (meno del 3,3% dei voti e nessun candidato eletto nelle due Camere) lo indusse a fare definitivamente un passo indietro da qualsiasi ruolo di direzione politica.
Ma lo storico sindacalista della Fiom, poi per dodici anni (dal 1994 al 2006) segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, oggi 79enne, rimane un personaggio che raramente lascia indifferenti, così come sempre ricche di spunti sono le sue ormai rare interviste giornalistiche e le non frequenti apparizioni televisive.
Amato o criticato, ancora oggi insomma il "Subcomandante Fausto" (come qualcuno lo soprannominava) raramente viene snobbato sia dai vari detrattori, sia da parte di chi lo ha sempre sostenuto.
Tutt'altro che scontata e piena di spunti è stata anche l'intervista che Bertinotti ha rilasciato nei giorni scorsi al settimanale Sette, de Il Corriere della Sera, piena di aneddoti personali ma anche di riflessioni politiche sulla fase presente e sul passato.
Bertinotti parla dei propri errori politici
Tralasciando i vari elementi privati e di vita personali presenti nella sua lunga intervista a Sette, Fausto Bertinotti ha offerto anche numerosi spunti direttamente politici.
In particolare quando è stato sollecitato sugli errori che ha commesso nella sua lunga carriera politica, tema su cui ha confessato: "In cinquanta anni ne abbiamo fatti tanti di errori.
In generale, il non aver saputo rinnovare le ragioni dei vinti ma giusti". Un'altra sua autocritica è stata quella di "aver protratto Rifondazione Comunista oltre il tempo politicamente maturo: serviva il coraggio di scioglierla nel movimento altermondista. Eravamo stati protagonisti nel grande movimento dei social forum, molti giovani si erano rimessi in cammino.
E invece quel passaggio non l’ho visto".
Ma l'ex Presidente dell'aula di Montecitorio ha esplicitato anche altre autocritiche, in particolare quella di aver sottovalutato l’onda che si stava sviluppando contro la cosiddetta casta: "Ho avuto la presunzione che il fatto di aver distribuito negli anni milioni di volantini potesse immunizzarmi dalle critiche", spiegando poi di voler difendere tutto quanto ha fatto sul piano esistenziale, ma ammettendo anche che "sulla tattica politica, dovevo essere più sorvegliato".
Fausto Bertinotti: 'Ho speranza nella rivolta, il termine sinistra andrebbe sospeso per un po' di tempo'
Parlando invece del presente Fausto Bertinotti ha ammesso di essere molto pessimista sul piano politico attuale, aggiungendo però di avere un ottimismo di fondo "nella speranza e nell’imprevisto", spiegando: "Oggi riporrei speranza nella rivolta (...) Nei momenti di crisi infatti essa può riattivare il cambiamento. La rivolta di cui vedo le tracce mi pare obbligata". Specificando però che: "essa non può coniugarsi con l’elettorato".
In chiusura di intervista a Sette, l'ex terza carica dello Stato ha anche ammesso che alle scorse elezioni Europee del 26 maggio ha votato per la lista "La Sinistra" (la quale si è fermata sotto al 1,8% dei voti, senza quindi eleggere alcun rappresentante nel nuovo Europarlamento).
Ma ci ha tenuto a spiegare un concetto che potrebbe far discutere: "Penso che il termine “sinistra” andrebbe sospeso per un po’ di tempo". Ricordando che: "Quando la sinistra era forte, si chiamava socialista, comunista o laburista. Mentre oggi invece la rinascita può avvenire soltanto sul terreno del pensare e dell’agire". Aggiungendo in conclusione: "Io certamente ho conservato la fede socialista".