Proprio quando Pd e M5S sembravano arrivati ai ferri corti a causa del cosiddetto caso Bibbiano, ecco che uno dei suoi più influenti esponenti, dario franceschini, decide di compiere un’apertura politica nei confronti degli odiati grillini. Insomma, mentre il segretario Nicola Zingaretti querela il capo politico pentastellato, Luigi Di Maio, reo di aver definito quello del Nazareno come il “partito di Bibbiano”, il potente capo corrente Franceschini opta per rilasciare un’intervista al Corriere della Sera nel corso della quale, oltre a puntare il dito sugli errori commessi da Matteo Renzi quando occupava la segreteria, si esibisce in un’inedita apertura al Movimento.
Lasciare che si formasse il governo gialloverde, infatti, per Franceschini è stato un errore, considerato che il M5S non è come la Lega.
L’intervista di Dario Franceschini al Corriere della Sera
Sta già facendo discutere il contenuto dell’intervista rilasciata il 22 luglio da Dario Franceschini al Corriere della Sera. Il due volte Ministro dei governi Letta e Gentiloni, e Sottosegretario di quelli D’Alema e Amato, si lancia in una serie di spericolate dichiarazioni che rischiano di mettere in serio imbarazzo il Pd. Prima di parlare del M5S, però, il capo corrente si schiera apertamente con il segretario Zingaretti sulla decisione di prendere tempo prima di presentare una mozione di sfiducia contro il Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Farlo prima che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si presenti in parlamento per chiarire la vicenda dei presunti fondi russi alla Lega, infatti, “vorrebbe dire costringere il Premier a difendere Salvini e quindi ricompattare la maggioranza”. Franceschini se la prende apertamente con Renzi, il quale aveva spinto nella direzione esattamente opposta.
Franceschini separa il M5S da Salvini: ‘Errore metterli sullo stesso piano’
Ma Matteo Renzi resta il bersaglio preferito di Dario Franceschini anche per quanto riguarda il fatto di aver rivendicato orgogliosamente la scelta di “aver lasciato che Lega e M5S facessero il governo”. Una decisione considerata la “madre di tutti gli errori” perché, al contrario, secondo Franceschini il Pd avrebbe dovuto fare di tutto per evitare la “saldatura” gialloverde, con il rischio che Salvini e Di Maio decidano il nome del prossimo Presidente della Repubblica.
Insomma, la strategia renziana del “popcorn” si è rivelata fallimentare. Meglio invece provare ad aprire un dialogo con i pentastellati, senza però dover poi subire nel partito una “campagna interna di aggressione”. Per Franceschini, infatti, è sbagliato mettere “Lega e grillini sullo stesso piano”, visto che Salvini quotidianamente “accende odio” e “fa morire la gente in mare”. L’ex Dc si dimostra realista anche quando afferma che per il Pd è impossibile sperare di tornare al governo senza la “ricerca di potenziali alleati”.