Maurizio Belpietro dalle colonne della Verità, il quotidiano da lui fondato e diretto, lancia un'ipotesi sulla vicenda Russiagate sui presunti finanziamenti russi alla Lega. La sua linea, da quando la vicenda è entrata con prepotenza nel dibattito, è stata sempre chiara. Secondo il popolare giornalista si tratterebbe di un complotto contro Matteo Salvini. La vicenda verte su di un file audio diffuso da Buzzfeed, un sito scandalistico statunitense, nel quale è riportata la registrazione integrale di una presunta trattativa per una compravendita di petrolio tra intermediari italiani, guidati da Gianluca Savoini, vicino alla Lega e presidente dell'associazione "Lombardia-Russia", e un terzetto di uomini d'affari russi.

Belpietro si chiede: chi ha registrato e chi ha consegnato il materiale alla magistratura?

Il ragionamento di Maurizio Belpietro verte sul fantomatico file audio. Si chiede chi lo abbia prodotto e successivamente inviato alla testata online americana, partendo dal presupposto che, al momento, le indagini stiano dimostrando che la trattativa in oggetto non sia andata a buon fine e che nessuna maxi transazione sia avvenuta. Da navigato cronista si chiede chi abbia effettuato la registrazione del colloquio e a chi l'abbia fatta giungere in Italia per poi consegnarla ai magistrati e quindi ai giornalisti, ammesso e non concesso che questa possa essere la reale ricostruzione del percorso del file audio.

Gianluca Meranda potrebbe aver registrato la conversazione

Sempre ragionando ovviamente per ipotesi e supposizioni, il direttore della Verità prova ad analizzare le notizie fino ad oggi in suo possesso, tentando di ipotizzare chi possa, se la sua tesi fosse veritiera, aver avuto interesse a tradire i propri interlocutori. Ipotizzando che l'unico interesse a creare un polverone mediatico possa provenire solo dall'Italia, si concentra sugli accompagnatori italiani di Gianluca Savoini, concentrando la sua attenzione sull'avvocato Gianluca Meranda.

Sulla sua figura si avventura in una serie di ipotesi che potrebbero (il condizionale è più che mai d'obbligo) far pensare a lui come gola profonda del Russiagate. Sarebbero tre gli elementi a conforto della sua teoria. Secondo la trascrizione sarebbe l'unico ad aver parlato apertamente durante la trattativa di "percentuali e di intermediari bancari attraverso i quali concludere l' operazione"; in secondo luogo - sempre secondo Maurizio Belpietro - pare stia attraversando un difficile periodo economico che avrebbe portato al pignoramento di un suo immobile di proprietà; infine è lui la persona che si è auto denunciata al quotidiano Repubblica, scrivendo di "essere lui uno dei sei personaggi seduti nella hall del Metropol".

"E guarda caso - conclude Belpietro - è proprio lui che, in quella sede, parla di soldi, anzi di milioni e di percentuali sul colossale affare che ha inguaiato Savoini e, di riflesso, avrebbe dovuto inguaiare Salvini".