Carola Rackete è ancora protagonista delle cronache italiane. La ormai ex capitana della Sea Watch 3 è stata ascoltata ieri, giovedì 18 luglio, presso il tribunale di Agrigento dai magistrati della Procura della città siciliana. Alla fine dell’interrogatorio, sia lei che il suo avvocato Alessandro Gamberini hanno rilasciato delle brevi dichiarazioni. La Rackete si è limitata a dire di non pensare “niente” del suo rivale Matteo Salvini, mentre l’avvocato Gamberini, molto più loquace, ha ricordato ai giornalisti presenti che, nei confronti del Ministro dell’Interno, è stata presentata una querela per diffamazione e istigazione all’odio.

Oggi, poi, è stato diffuso dal Fatto Quotidiano il contenuto della denuncia. Il leader della Lega, naturalmente, ha reagito a modo suo, infischiandosene della querela e pubblicando sui suoi canali social gli ennesimi insulti nei confronti di quella che ha definito come una “viziata comunista tedesca”.

Il contenuto della querela di Carola Rackete contro Matteo Salvini

Che Carola Rackete, attraverso i suoi legali italiani, avesse deciso di querelare Matteo Salvini, era una circostanza nota e messa in atto da giorni. Ora, però, sono stati pubblicati alcuni passaggi della denuncia. È il Fatto Quotidiano a riportare nero su bianco le accuse mosse dalla capitana della Sea Watch al capitano della Lega.

Secondo la Rackete, le innumerevoli esternazioni del Ministro dell’Interno sul caso Sea Watch, fatte attraverso canali social e mediatici, non rappresenterebbero affatto “manifestazioni di un legittimo diritto di critica”, ma solo delle “aggressioni gratuite e diffamatorie”, sia nei suoi confronti che della giudice Alessandra Vella che ha deciso la sua scarcerazione.

Nelle 14 pagine di cui è composta la querela presentata da Gamberini si ipotizzano, come già accennato, i reati di diffamazione e istigazione a delinquere.

La risposta del capitano della Lega: ‘Nuova eroina della sinistra’

A preoccupare Matteo Salvini, però, ben più delle querele, è la richiesta avanzata da Carola Rackete di procedere al “sequestro preventivo” degli account social (Twitter e Facebook) del Ministro, in quanto organi di diffusione delle suddette diffamazioni.

“Da settimane Salvini conduce una campagna diffamatoria nei confronti della Ong per cui lavoro, la Sea Watch”, attacca la Rackete ricordando che il leader leghista ha definito la Ong tedesca come “illegale, fuorilegge e pirata”, i cui appartenenti sarebbero “complici degli scafisti e dei trafficanti”. Ma non solo, perché Salvini si sarebbe macchiato anche del reato di averla bollata come una “sbruffoncella, delinquente e responsabile di tentato omicidio”. Epiteti che, sommati alla violenza generata sul web dai post del rivale, hanno indotto la capitana a sporgere querela. Salvini però, per nulla intimorito, invece di fare un passo indietro ha rilanciato. “La nuova eroina della sinistra è stata interrogata per quattro ore - ha scritto su Fb - Ci sarà un giudice che almeno stavolta farà rispettare le leggi, la sicurezza e la dignità del nostro Paese? Io non vedo l’ora di espellere questa viziata comunista tedesca e rimandarla a casa sua”.