La questione migranti, com'è noto, è un'emergenza con cui l'Europa deve confrontarsi da anni. In molti ritengono che i flussi dall'Africa siano quasi un qualcosa di ineluttabile, al punto che l'unica soluzione sarebbe quella di ampliare il più possibile le maglie dell'accoglienza e creare un sistema attraverso cui le persone provenienti del Continente Nero possano integrarsi e diventare utili nel tessuto economico e sociale. C'è chi, invece, come Diego Fusaro prova a rintracciare cause nel fenomeno e anche, con un po' di dietrologia, ad evitare di trincerarsi in quello che rischia di essere un buonismo fine a se stesso.
Si inquadra in questa direzione un tweet del filosofo che, ancora una volta, si schiera dalla parte di quanti non hanno alcuna intenzione di santificare Carola Rackete o di farla diventare un'eroina per aver portato in porto una nave con 42 migranti, noncurante di quelle che avrebbero potuto essere le conseguenze legali.
Fusaro fa riferimento alla Libia nel 2011
Attorno alla figura di Carola Rackete, allo stesso modo, si sono annidate idee di diverso tenore. Per qualcuno è un simbolo al punto da doverla candidare al Nobel per la pace. La diffusione di quelle che sarebbero alcune sue frasi ad effetto sul fatto che l'essere nata con "il passaporto giusto" l'abbia spinta a fare qualcosa per gli altri, ne ha fatto per qualcuno una sorta di mito.
Diego Fusaro sembra, invece, pensarla in maniera opposta, palesando opinioni che in maniera sibillina risultano essere frecciate neanche troppo velate alla diretta interessata ed alle Ong in genere. Un pensiero che parte da lontano, esattamente nel 2011. "Ma dov'era Carola - si chiede polemicamente Fusaro - quando la Libia veniva bombardata nel 2011?".
Il riferimento va a quella fase storica che, di fatto, ha consegnato all'attualità il grande paese del Nord Africa nell'attuale situazione di confusione e che sarebbe il presupposto principale della difficoltà a controllare i flussi migratori.
Fusaro attacca anche le Ong
Riguardo alla domanda fatta su Carola, Fusaro sceglie una risposta interrogativa tendenziosa: “A fare l'apericena nel centro sociale okkupato?".
Parole scelte non a caso, considerato che vengono tirate in ballo gli apericena che richiamano ad ambienti "in" delle grandi città e l'adozione delle k al posto delle c, quasi a voler incorporare lo slang della gioventù non troppo impegnata. Poi gli attacchi si spostano verso le Ong. "I capitali coraggiosi - prosegue Fusaro - delle navi cosa dicevano nel 2011 quando si trattò di bombardare imperialisticamente la Libia? Erano impegnati a fare l’apericena nel centro sociale okkupato? Erano d’accordo, sempre in nome dei diritti umani?".