Il premier Giuseppe Conte, ieri, dopo aver difeso l'operato del suo esecutivo ed attaccato duramente il suo vice Matteo Salvini è salito al Colle. Il presidente Sergio Mattarella già oggi avvierà le consultazioni e cercherà di trovare la soluzione migliore per il Paese, ma anche la più rapida. Il Capo dello Stato non ha intenzione di lasciare l'Italia in stallo per settimane e settimane (com'era accaduto dopo le elezioni del 4 marzo 2018).

Le dimissioni di Conte tra urla, rubli e rosari

La crisi di governo che, per settimane, era stata solo virtuale è stata ufficializzata e si è concretizzata.

Ieri, il presidente del Consiglio ha preso la parola in Senato e, al termine di un lungo e duro discorso, è salito al Quirinale per rimettere il suo mandato nelle mani del presidente Mattarella. L'avvocato prestato alla Politica, che per lunghi mesi è rimasto sullo sfondo, tra applausi, urla e fischi ha difeso il lavoro fatto negli ultimi 14 mesi dal suo esecutivo e, soprattutto ha attaccato il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Come un padre severo, gli ha più volte appoggiato la mano sulla spalla e gli ha rimproverato una serie di mancanze istituzionali ed atteggiamenti poco consoni ad un rappresentate dello Stato. "I suoi comportamenti - ha sottolineato - rivelano una grave carenza di cultura costituzionale e una scarsa sensibilità istituzionale".

Conte ha definito il leader della Lega "Irresponsabile" e lo ha incolpato di aver aperto una crisi di governo (con tutti i rischi connessi) solo per "interessi personali e di partito".

Poi, ha alzato il tiro e ha snocciolato tutti i "problemi" creati da Salvini nell'ultimo anno; facendo riferimento al "Russiagate", ad esempio, lo ha rimproverato di aver nascosto al Paese notizie che potrebbero nuocere sul piano internazionale. Poi, lo ha criticato anche per l'ostentazione del rosario, ricordandogli che "chi ha compiti di responsabilità dovrebbe evitare di accostare simboli religiosi a slogan politici".

Consultazioni al via

"Se ti manca il coraggio, sul piano politico, di assumerti le tue responsabilità sulla crisi - ha concluso Conte, rivolgendosi al vice premier leghista - me l'assumo io: vado dal Presidente della Repubblica": Il premier è quindi salito al Colle per dimettersi. Ora, "la palla" è nelle mani di Mattarella che, a quanto pare, non ha alcuna intenzione di perdere tempo prezioso e, soprattutto, di sottoporre gli italiani ad un altro estenuante "tira e molla" come quello che si è verificato nella primavera dello scorso anno e che si è concluso (dopo 89 giorni) con la formazione del governo gialloverde.

Il calendario delle consultazioni è già stato reso noto e , oggi pomeriggio alle 16, il capo dello Stato darà il via alle consultazioni e sentirà i presidenti di Camera e Senato (Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati), e, telefonicamente, il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Poi, saranno i gruppi parlamentari più piccoli a salire al Colle, mentre nella giornata di domani sarà il turno dei "big", con Lega e M5S. Le consultazioni si concluderanno domani sera quando, Mattarella, con ogni probabilità, lascerà alle forze politiche interessate alcuni giorni per riflettere. Il Quirinale, però, auspica una soluzione rapida e vorrebbe avere il nome del presidente incaricato già la prossima settimana. Ci sono, infatti, importanti ed inderogabili scadenze che incombono sull'Italia: il Paese deve pensare alla candidatura del commissario Ue e, soprattutto, alla manovra d'ottobre.