Matteo Salvini vuole ritornare alle urne. E, ora che ha innescato la crisi, per raggiungere il suo obiettivo, è pronto a dimettersi da ministro e a trovare un accordo di coalizione con Forza Italia e Fratelli d'Italia. Il leader della Lega, in questo momento delicato, sembra temere l'isolamento e intervistato da Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale ha dichiarato: "Vedrò Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni e gli proporrò un patto". Intanto, cresce l'attesa per la conferenza dei capigruppo del Senato, in programma oggi.
L'Italia del si contro l'Italia del no
Matteo Salvini, pare preoccupato dalla possibilità di rinviare le elezioni. Ieri, durante le tappa catanese del suo "Estate Italiana tour" (dove ha dovuto fare i conti anche con diversi contestatori) ha ricordato ai giornalisti: "Mentre noi siamo qui a parlare, a Roma c’è chi sta offrendo candidature, ministeri, senatori e parlamentari. Nel nome di "prima la poltrona" ci sono telefonate a 360 gradi. Questo è il patto della poltrona ed è un’operazione squallida ed imbarazzante che vede al centro Renzi e Grillo".
Un'operazione che potrebbe coinvolgere anche il centrodestra e che, per questo, potrebbe creare problemi anche a Salvini. Così, anche se finora il leader della Lega aveva fatto intendere di non essere particolarmente interessato ad una coalizione con FdI e Forza Italia, ha deciso di correre ai ripari e ha annunciato di voler incontrare, alla luce del sole, Berlusconi e Giorgia Meloni per proporgli un patto, quello "dell'Italia del sì contro l'Italia del no".
Salvini, ha quindi precisato che andrà oltre il centrodestra ed è pronto a coinvolgere non solo Forza Italia e Fratelli d'Italia, ma anche nuove realtà fatte di buoni amministratori e di buoni sindaci.
La conferenza dei capigruppo del Senato
Oggi alle ore 16, a Palazzo Madama, è in programma l'attesa conferenza dei capigruppo del Senato, Le questioni da discutere sono tante e delicate.Si dovrà decidere la calendarizzazione della mozione di sfiducia al premier Conte e al governo (atto che ufficialmente, aprirà la crisi).
ma "in ballo" ci sono anche la mozione di sfiducia a Matteo Salvini e le eventuali comunicazioni del presidente del Consiglio. Prima di procedere a qualsiasi voto, probabilmente, i senatori - per una questione di garbo istituzionale - ascolteranno le parole del professor Conte.
La Conferenza dei capigruppo di palazzo Madama, ricordiamo, è comunque sovrana relativamente alle decisioni che riguardano i lavori dell'Aula e, oggi, saranno decisivi gli equilibri di forza e i "numeri".
Andando oltre i tecnicismi, gli aspetti politici avranno un peso non indifferente e potrà benissimo accadere che l'Aula di palazzo Madama decida di non votare la mozione di sfiducia presentata dalla Lega e ci si limiti a votare una risoluzione in cui si chiede al premier di proseguire il suo mandato.