Il nodo del nome del nuovo Premier del possibile governo giallorosso continua a dividere M5S e Pd, impegnati in queste ore in una trattativa serrata per cercare di dare vita ad un nuovo esecutivo. Il leader pentastellato Luigi Di Maio ha messo sul tavolo quello di Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio uscente del governo gialloverde a cui la Lega di Matteo Salvini ha deciso di staccare la spina. I Dem, da parte loro, hanno inizialmente respinto con stizza il nome dell’avvocato pugliese, avanzando in alternativa quello dell’attuale Presidente della Camera grillino, Roberto Fico.
Ma, con il passare dei giorni, il Segretario Nicola Zingaretti e i suoi collaboratori hanno mostrato delle aperture, se pur timide. La svolta della sinistra italiana sulla scelta di Giuseppe Conte come inquilino di Palazzo Chigi sembra dunque vicina. Ipotesi resa ancor più credibile dalle parole pronunciate da Maurizio Landini durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, con le quali il Segretario della CGIL ha di fatto aperto al Conte bis.
L’intervista di Maurizio Landini al Corriere della Sera
Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Maurizio Landini decide di non andare subito al punto della questione: ovvero esprimere la propria preferenza sul nome del nuovo Premier del governo formato da M5S e Pd.
Ma il Segretario del maggior sindacato italiano lascia immediatamente intendere che l’organizzazione che presiede preferirebbe di gran lunga che prendesse vita “un governo che cambi le politiche di questi anni”, piuttosto che un immediato ritorno alle urne. Insomma, Landini dice sommessamente sì ad un governo giallorosso perché “ora in Europa c’è l’occasione di cambiare le politiche di austerità”.
Un nuovo esecutivo italiano, orientato ovviamente a sinistra, aggiunge il numero uno CGIL, “potrebbe giocare un ruolo strategico”. Una opportunità che va “colta” al volo, dunque.
Il giudizio su Giuseppe Conte
Alla domanda se per la sinistra non sia più conveniente sconfiggere nelle urne la Lega di Matteo Salvini, Maurizio Landini risponde senza esitazioni spiegando che, in una “democrazia parlamentare” come è quella italiana, si vota ogni cinque anni.
Maniera elegante per confermare la sua ferma volontà di veder nascere un nuovo governo. Possibilmente formato da M5S e Pd, non dai pentastellati insieme alla Lega, visto che l’esecutivo appena decaduto sarebbe “nato solo per difendere potere e poltrone”. Ad ogni modo, l’augurio di Landini è che l’eventuale nuovo governo sia in grado di “combattere le disuguaglianze e l’impoverimento economico e sociale”. Parlando di Giuseppe Conte, infine, Landini mette prima le mani avanti dichiarando che “non è compito del sindacato discutere di nomi”. Ma subito dopo riconosce all’ex Premier di aver “dimostrato coraggio politico e un profilo istituzionale importante” e di non aver mai chiuso il dialogo con le “parti sociali”.