Con l'approvazione definitiva del Decreto Sicurezza bis è stata rafforzata dal Legislatore la tutela contro il reato di oltraggio a pubblico ufficiale ampliando nel contempo il raggio dei beneficiari a cui può riferirsi questa tutela. Infatti, non verranno più sanzionate le offese o le minacce rivolte solo nei confronti di agenti di polizia o carabinieri, ma le norme appena approvate potranno essere applicate anche a beneficio degli insegnanti o dei controllori di autobus e treni nello svolgimento delle loro funzioni istituzionali. Il Decreto Sicurezza bis, approvato definitivamente dal Parlamento italiano lo scorso 5 agosto 10/9 non contiene, infatti, solo delle sanzioni pesantissime contro gl scafisti o i cosiddetti taxi del mare, ma mira a tutelare anche gli operatori della Pubblica Amministrazione.

In particolare le forze dell'ordine nello svolgimento delle loro funzioni durante cortei o manifestazioni pubbliche. A queste categorie, infatti, si possono aggiungere anche i medici di strutture pubbliche, i funzionari comunali e i dipendenti dell'Agenzia delle Entrate.

Offese e minacce sempre perseguibili

La norma che ha fatto maggiormente discutere in ambito parlamentare e che, di fatto, inasprisce in maniera pesante le sanzioni contro il reato di offesa e oltraggio a pubblico ufficiale è quella che impedisce la non punibilità dello stesso. In pratica, il reato di offesa o minaccia a pubblico ufficiale sarà perseguibile sempre ed in ogni caso. Questa scelta estremamente radicale del nostro Legislatore è stata stigmatizzata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, come prevede la Costituzione, non si è potuto esimere dall'apporre la firma sul testo e promulgare la legge.

Il Presidente ha inviato un messaggio alle Camere in cui ha fatto notare che, con questa impostazione, si impedisce di fatto al giudice di valutare discrezionalmente la concreta offensività delle condotte poste in essere in ogni singolo caso. Occorre dire, infatti, che il reato di oltraggio a pubblico ufficiale non era scomparso dal nostro ordinamento giuridico.

O almeno, era stato cancellato nel 1999 e reintrodotto nel 2009. Esso prevedeva pesanti sanzioni, anche penali. Infatti erano previsti fino a 3 anni di reclusione in caso di condanna. Ma i singoli giudici mantenevano la facoltà di valutare la particolare tenuità del fatto e, per questa via, attenuare la pena. Ora questa possibilità è stata loro tolta.

Le ragioni del Presidente della Repubblica

Nel suo messaggio alle Camere, il Presidente Mattarella ha evidenziato come la categoria dei pubblici ufficiali non ricomprenda solo le forze dell'ordine o i vigili urbani. Ma anche altri soggetti, anche privati, che per loro dovere d'ufficio svolgono funzioni pubbliche. Data l'ampia categoria dei soggetti interessati dalla norma e il basso impatto dell'allarme sociale creato da queste condotte, il Presidente della Repubblica ha invitato i membri del Parlamento italiano a rivedere l'impianto della legge. Dal suo punto di vista, infatti, si potrebbero sollevare dei dubbi circa la sua conformità al nostro ordinamento e circa la stessa ragionevolezza "nel perseguire in termini così rigorosi condotte di scarsa rilevanza".

D'altra parte, nonostante le considerazioni giuridiche del Presidente della Repubblica, il segnale politico è chiaro: lo Stato è tornato a chiedere rispetto per chi indossa una divisa e sta svolgendo il suo dovere di funzionario pubblico.