Dopo che Matteo Salvini ha scelto di togliere il marchio della Lega all'attuale maggioranza parlamentare e al governo si sono aperti diversi scenari per il futuro. Il Carroccio punta a tornare alle elezioni, c'è chi ritiene che si possa proseguire questa legislatura creando un sodalizio M5S-Pd per il bene dell'Italia e dei due partiti, condannati, al momento, dai sondaggi ad una probabile sconfitta. Chi aspira a governare con la Lega, dopo nuove elezioni, è sicuramente Fratelli d'Italia. Tuttavia, Fabio Rampelli, esponente del partito di Giorgia Meloni, da ospite di Omnibus ha evidenziato come al momento sarebbero in corso prove tecniche di inciucio tra dem e grillini, avanzando l'ipotesi che il punto di raccordo tra le due forze politiche potrebbe essere la scelta di un premier come Mario Draghi, in uscita dalla presidenza dalla Banca Centrale Europea.

Rampelli fa il nome di Draghi

Il vicepresidente della Camera dei Deputati e parlamentare di Fratelli d'Italia ha anticipato quelle che, per lui, sarebbero le strategie che stanno per mettere in campo Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle. "Ci sono - ha affermato - dei tentativi di tessitura di un inciucio tra il Movimento Cinque Stelle ed il Partito Democratico con una grande personalità autorevole che mi pare di capire possa essere Mario Draghi. Se parliamo di profili di calibro internazionale non vedo altre strade possibili".

In molti vedono nello scenario che vedrebbe il Pd accanto al M5S una strategia per rialzarsi politicamente. Rampelli critica duramente l'eventualità. "Quando il Partito Democratico - rivela - non era tale e stava evolvendo dal Partito Comunista a quello che sarebbe diventato lo scenario attuale, questo tentativo di inventare soluzioni dinamiche a sinistra per garantire una presentabilità rispetto al passato avevano un senso ed erano delle visioni moderne.

La sinistra sta cercando di ridefinire se stessa, ma non può essere questa la strada. Poi ognuno è proprietario in casa sua dei propri destini".

Per Rampelli la sinistra ha scarso senso delle istituzioni

Poi entra nel vivo di quello che è il concetto che vuole esporre. "Se - evidenzia - il disegno di rilancio della sinistra è mettere un banchiere alla guida di un governo sostenuto da Pd e M5s per consentire in un tempo dato, i quattro anni di legislatura, di travasare i voti dal M5S al Partito Democratico direi che c'è uno scarso senso dello Stato e un pessimo senso delle istituzioni".

Poi Rampelli critica apertamente l'eventuale applicazione della strategia del centro-sinistra: 'Sono alambicchi tentativi di costruire in provetta delle situazioni utili, ma dannose per l'Italia. C'è la democrazia, ma vale la logica dei numeri e la crisi si risolve attraverso le elezioni anticipate".