Il governo Conte bis è già operativo e ha già iniziato a prendere provvedimenti, mentre i Ministri del nuovo esecutivo con in maggioranza M5S, Pd e Leu (in ordine di parlamentari) hanno prestato giuramento venerdì scorso. Per completare l'iter però serve che il governo ottenga la fiducia, prima dalla Camera dei Deputati e poi dal Senato: appuntamento a lunedì 9 e martedì 10 settembre, prima a Montecitorio e il giorno dopo al Palazzo Madama. Numeri alla mano anche in Senato, dove la maggioranza è più risicata, grossi problemi non dovrebbero essercene.

Questo non vuol dire però che, anche a fiducia ottenuta, l'operato del governo sarà privo di ostacoli: la Lega infatti potrebbe ostacolare l'esecutivo già sulla legge di Bilancio e ha le carte in mano per riuscirci.

Il Giornale, quotidiano del direttore Alessandro Sallusti, parla di un Senato che per l'esecutivo Conte potrebbe diventare un autentico Vietnam. Le imboscate e la guerriglia Politica leghista è a Palazzo Madama che potrebbero trovare terreno fertile in quanto, anche non essendo più in maggioranza, la Lega detiene il controllo di numerose Commissioni. Controllo come presidenza e come numero di parlamentari all'interno, e molte di queste commissioni sono strategiche.

Cosa fanno le Commissioni parlamentari

Prima di addentrarci nelle problematiche che potrebbe avere Conte, bisogna sapere che le Commissioni parlamentari (14 per Camera e altrettante per il Senato, quelle permanenti) sono organi molto importanti. Rispetto al governo che può cambiare squadra, come è successo in questa particolare estate politica, le Commissioni restano in carica per metà legislatura, cioè per 2 anni e 6 mesi.

Le Commissioni possono anche legiferare da sole ma il più delle volte hanno un compito di controllo o consultivo: in pratica vengono chiamate a giudicare un disegno di legge fuoriuscito da un'altra commissione oppure passano al setaccio un Ddl articolo per articolo prima che l'atto arrivi in Parlamento.

La Lega ha promesso battaglia

Che il clima tra maggioranza e opposizione dopo le polemiche sull'alleanza Pd-M5S non sia di reciproca collaborazione è evidente. Ecco perché dai vertici della Lega sono pronti a dare battaglia usando le armi che sono loro rimaste, come le Commissioni parlamentari, i cui Presidenti, come ricorda il leghista Claudio Borghi (Presidente Commissione Bilancio della Camera), non decadono. Una minaccia nemmeno troppo velata quella di Borghi, a cui si affiancano le parole di Roberto Calderoli all'agenzia Agi: "Se il governo volesse mettere mano alle norme sui migranti, deve passare per la Commissione Affari Costituzionali", questo ciò che ha detto Calderoli, considerato da tutti uno dei più esperti, se non il più esperto in materia di regolamenti parlamentari.

Alla Commissione Affari Costituzionali il governo non ha la maggioranza e la situazione riguarda anche altre. Impantanare il governo, rallentando provvedimenti, ingessando la macchina amministrativa e facendo muro sono le azioni di imboscata che adesso potrebbero utilizzare i leghisti per vendicarsi del premier Conte e della maggioranza.

Secondo il Giornale, i leghisti contano ben 11 Presidenti di Commissione e, tra Camera e Senato, hanno il controllo delle commissioni Bilancio, Lavoro, Ambiente, Trasporti, Affari Costituzionali, Istruzione, Finanza, Tesoro, Agricoltura, Difesa e Giustizia, tutte fondamentali per l'operato di un governo. Per esempio Borghi, controllando la commissione Bilancio a Montecitorio, può ritardare l'iter della legge di Bilancio.

A Montecitorio però, come sottolinea Calderoli, il regolamento permette di ricorrere al Presidente della Camera per l'ammissibilità degli emendamenti, ma questa scorciatoia non è prevista in Senato dove la maggioranza avrebbe le mani ancor più legate di fronte alla guerriglia che i leghisti, c'è da giurarci, stanno mettendo a punto.