La scelta delle strategie sulla legge di Bilancio rappresenta un passaggio cruciale per la direzione che intende intraprendere un Paese. Occorre, infatti, stabilire da dove acquisire risorse per investirle altrove, evitando così di gravare con delle nuove imposte sui cittadini. Una prospettiva, quest'ultima, che, a volte, non può essere evitata. È destinato a far discutere il retroscena rivelato dal giornalista Nicola Porro che, nel corso della sua consueta rubrica web "Zuppa di Porro", ha rivelato che, dalle ultime notizie in suo possesso, albergherebbe tra le idee del governo quella di istituire una tassa sulle utenze telefoniche mobili riservate al mondo business.
Porro dice che questi politici piacciono all'Europa
Un anno fa di questi tempi si iniziava a delineare quello che sarebbe stato un lungo braccio di ferro tra l'Italia e la Commissione Europea relativa alle strategie economiche. I più attenti ricorderanno come l'obiettivo delle forze governative di allora, Lega e Movimento Cinque Stelle, fosse quello di innalzare in debito per poter istituire il reddito di cittadinanza e Quota 100. In attesa di capire se, per quest'anno, possa esserci o meno maggiore flessibilità sulla base di rapporti sicuramente migliori con Bruxelles determinati da un Ministro dell'Economia come Gualtieri, Porro si scaglia contro quelle che potrebbero essere le politiche si intende mettere in atto.
A partire dalla manovra. "Non è - tuona il giornalista - quella che ti aspetti dalla terza generazione di politici seri, che piacciono all'Europa e a Mattarella". E il giudizio è particolarmente sprezzante:"È la peggiore manovra finanziaria democristiana degli ultimi duemila anni".
Tassa di 13 euro sulle sim business come possibilità
Nicola Porro, pur non dichiarando se questa eventualità possa o meno tradursi in realtà con certezza, narra che nelle stanze governative si sia quantomeno pensato ad un'imposta destinata a far discutere "Avrebbero - rivela - deciso di mettere una tassa di tredici euro sulle sim card dei telefonini".
"Poi - tuona - dicono che vogliono metterci in galera se evadiamo il fisco". Si tratta di una cifra cospicua se si considera che, ormai, diversi gestori consentono di avere un pacchetto completo a costi inferiori a dieci euro. "Lo Stato - evidenzia Porro - si riprende due mesi di un abbonamento del gestore".
A farlo andare su tutte le furie c'è anche il fatto che la possibilità che possa davvero essere istituita una tassa del genere coincide con l'idea di limitarla alle utenze business, ossia di chi usa il telefonino per svolgere la propria professione. "Non hanno - chiosa Porro - la più pallida idea di cosa significa lavorare".