Sale la tensione all'interno del Movimento Cinque Stelle in vista delle elezioni regionali in Umbria di domenica prossima: le polemiche ruotano intorno all'alleanza regionale fatta col Partito Democratico, non digerita dalla base dei militanti e degli attivisti. Così, alcuni parlamentari hanno deciso di scrivere una lettera a Davide Casaleggio per chiedere che sia convocata presto un'assemblea per confrontarsi e discutere su varie questioni, con l'obiettivo anche di cambiare la struttura interna del Movimento. Nel Pd intanto si guarda con attesa al voto regionale e si profila l'ipotesi di un congresso in primavera.

I malumori interni al M5s

Nel numero odierno del Fatto Quotidiano si legge che alcuni deputati del Movimento, non contenti dell'alleanza con il Pd in Umbria, hanno inviato una lettera a Davide Casaleggio in cui chiedono anche di modificare gli equilibri di potere interni al M5S. "Questa volta non potremo dire che correvamo contro tutti” dice un parlamentare. La tensione è palpabile anche in campagna elettorale, che ha messo molti candidati pentastellati in difficoltà, "perché non sapevano cosa dire alla gente, in una Regione dove per anni avevano combattuto il Pd e denunciato il caos nella sanità".

Nella lettera, firmata da diversi parlamentari, si chiede che venga convocata al più presto un'assemblea "per ridiscutere tutto", con l'obiettivo di formare una segreteria Politica e organi aggiuntivi, che dovranno confrontarsi e discutere con il capo politico del Movimento.

L'idea è lontana dal piano di Luigi Di Maio, che vuole inserire il "team del futuro", composto da 12 eletti divisi per tematiche da far eleggere entro il mese di dicembre, insieme ai referenti regionali.

La situazione nel Pd

Nel frattempo, all'interno del Partito Democratico sembra meno tesa la situazione, ma non mancano critiche al segretario Nicola Zingaretti, la cui linea sarebbe troppo accondiscendente nei confronti dei Cinque Stelle.

Molti si chiedono se non sia stato un errore per Zingaretti partecipare ad un'iniziativa a Narni insieme al premier Conte, a Di Maio e a Speranza. Dal quartier generale del partito però viene difesa la decisione del segretario di partecipare insieme agli altri membri della coalizione, visto che il centrodestra continua a presentarsi unito e compatto.

Si guarda con attesa e timore al voto di domenica ma comunque lunedì, anche in caso di sconfitta, non cadrà il governo, né ci sarà qualcosa di definitivo. Il rischio comunque, secondo il Fatto Quotidiano, è quello che Zingaretti potrebbe uscirne indebolito. Nel Pd intanto Matteo Orfini ha chiesto la convocazione del congresso: bisogna tenere conto anche delle correnti interne del partito, Base Riformista in primis.

Il congresso potrebbe tenersi in primavera e Zingaretti per allora avrà bisogno di nuove conferme all'interno del Nazareno e, aggiunge il Fatto, occorre anche considerare le ambizioni di Dario Franceschini, che è sicuramente protagonista all'interno del partito a partire dalla nascita del governo Conte Bis.

Resta comunque da valutare anche l'incognita di Italia Viva, che non ha partecipato all'incontro di Narni, e che potrebbe, in futuro, valutare nuove alleanze in vista delle elezioni regionali in Veneto.