L'ambasciatore degli USA presso l'Unione Europea Gordon Sondland ha testimoniato contro Donald Trump nell'indagine sull'impeachment per il Presidente degli Stati Uniti. Sondland, durante la sua audizione di oggi, mercoledì 20 novembre, avrebbe confermato le accuse di "quid pro quo" mosse contro il Presidente. Donald Trump, infatti, secondo Sondland avrebbe chiesto all'Ucraina di avviare una indagine nei confronti della famiglia Biden, sostenitrice di Hilary Clinton alle Presidenziali del 2016 (ovvero quando Trump venne eletto).
Sondland: "L'avvocato di Trump Rudolph Giuliani ha fatto da tramite"
"Il signor Giuliani, esprimendo i desideri del Presidente Trump, ha chiesto all'Ucraina di effettuare un annuncio pubblico per dare notizia delle indagini sui suoi avversari politici nelle elezioni Presidenziali del 2016 e sulla società 'Burisma Holdings, in cui Hunter Biden (figlio di Joe, che appoggiò la candidatura della Clinton nel 2016 e che fu vicepresidente degli Stati Uniti durante l'amministrazione di Obama, ndr) aveva lavorato nel consiglio di amministrazione".
Queste le dichiarazioni, importantissime, rilasciate da Gordon Sondland durante la sua udienza riguardo l'indagine sull'impeachment al Presidente Donald Trump.
Sondland, inoltre, ha aggiunto di "essere consapevole del fatto che quelle indagini erano fondamentali per il Presidente". Ma l'ambasciatore degli Stati Uniti in Europa ha anche ammesso di "aver informato il governo ucraino, attraverso un suo alto funzionario, che fino a quando l'Ucraina non avesse effettuato la dichiarazione pubblica per annunciare indagini sui suoi rivali politici, gli Stati Uniti di Trump non avrebbero mai dato centinaia di milioni di dollari di aiuti militari".
Nei giorni scorsi la deposizione di Sondland era stata definita "fondamentale" per l'esito delle indagini
Negli scorsi giorni ci sono state altre fondamentali udienze per quanto riguarda il cosiddetto "Ucraina-gate". Kurt Volker, ambasciatore degli Stati Uniti presso la Nato, ha confermato l'esistenza di una richiesta da parte di Giuliani e Sondland di indagare sulla società Burisma, anche se sostiene di essersi accorto "solo dopo che tale richiesta fosse collegata ai Biden".
Infine ha aggiunto che "Joe Biden è una persona per bene", escludendo qualsiasi sospetto di corruzione nei suoi confronti. Dalle udienze precedenti la figura di Sondland era apparsa talmente centrale che l'udienza odierna era stata descritta come "decisiva"; secondo quanto emerso, infatti, sarebbe stato Sondland ad essere al telefono con il Presidente Trump quando, il 26 luglio, avrebbe espressamente chiesto un'indagine per corruzione contro i Biden.