In questi giorni cade il trentesimo anniversario sia della caduta del Muro di Berlino (avvenuta il 9 novembre 1989), sia sul piano italiano quello della "svolta della Bolognina", che avvenne il 12 novembre.

E proprio alla vigilia dei 30 anni da quel fatidico giorno in cui, sostanzialmente, iniziò il processo che avrebbe portato allo scioglimento del Partito Comunista Italiano, il protagonista di quella svolta, ovvero Achille Occhetto ha raccontato come visse quelle ore in occasione della puntata odierna di "L'Aria che tira" su La7.

Occhetto sulla caduta del Muro di Berlino e la Svolta della Bolognina

Achille Occhetto ha esordito raccontando: "Il 9 novembre ero a Bruxelles per parlare dell'entrata del PCI nell'Internazionale Socialista con il britannico Kinnock, il quale giustamente mi disse che noi già ci muovevamo nel solco del socialismo democratico, ma che non potevano portare un partito comunista dentro all'Internazionale socialista. Quindi era chiaro e lampante che andava introdotto qualche cambiamento. Proprio in quel momento qualcuno entrò nella stanza e ci dissero di guardare la Tv con le picconate al muro di Berlino. Il mio merito è stato, al di là del cambiamento del nome, è stato che due secondi dopo ho detto: 'Qui cambia tutto, cambia la Politica del Novecento' e la campana del nuovo inizio non suona solo per i comunisti, ma suona per tutti.

E in effetti guardandoci intorno non è rimasto nulla delle forze politiche di quei giorni, anche la destra in seguito è cambiata molto. La DC e il PSI hanno cambiato nome. Non ci sarebbe stato L'Ulivo senza quella svolta".

Poi l'ultimo segretario del PCI ha aggiunto: "Ho affermato di aver pianto inutilmente, perché dopo la fine dell'ultimo Congresso del PCI, in seguito all'intervento di Ingrao - contrario alla svolta - io feci una conclusione molto apprezzata, che ricevette un'ovazione e anche lui si alzò e mi strinse la mano, io non ero abituato a quella battaglia dura all'interno.

Io ho sofferto molto di questo processo, mettetevi nei panni di un segretario di partito che si pone il problema di cambiare il più grande partito comunista dell'occidente. Quindi dissi a Ingrao che insieme potevamo andare avanti nella costruzione del nuovo partito. Lì mi sono commosso, ma invano, perché poi è cominciato il male oscuro della sinistra che continua fino ai giorni nostri".

Sempre riguardo alla Svolta, Occhetto ha precisato: "Alle spalle avevamo gli strappi di Berlinguer, che chiedeva la protezione dell'ombrello della Nato rispetto ai Paesi dell'est e che aveva parlato della fine della spinta propulsiva della Rivoluzione d'Ottobre. Io stesso avevo detto già che avremmo cambiato nome di fronte a un fatto storico e il crollo del Muro lo era. Già in occasione della repressione in Cina a Tienanmen ebbi a dire 'Se questo è il comunismo, il comunismo è morto'. E pochi mesi prima avevo già detto ad altri leader comunisti europei che avremmo dovuto cambiare nome, altrimenti saremmo caduti nel ridicolo. Insomma il processo è stato lungo e difficile".

Achille Occhetto sulla politica di oggi: 'La sinistra riprenda lotta contro il capitalismo'

Occhetto ha proseguito facendo un confronto con la velocità che caratterizza invece la politica contemporanea: "La verità è che la politica e l'informazione sono entrate in una fase nuova che non permette di elaborare e approfondire i grandi progetti e le idealità. Su ogni problema si formano correnti e partiti. Questo non permette di avere un orizzonte, ma c'è quasi una cecità. La cosa importante che ha messo in difficoltà la sinistra, è che questa è diventata subalterna al liberismo e quindi nel momento della prima crisi economica capitalistica non c'è stata una risposta da sinistra, ma invece una risposta da destra con il populismo.

Questo è il male profondo che bisogna superare".

L'ex leader del PDS ha spiegato: "In questi 30 anni c'è stato un vulnus nel racconto della Svolta: si è fatto credere che si è passati da Berlinguer al PD, mentre in mezzo c'è stato un vero travaglio e una cultura politica di grande rilievo. Vedo del pessimismo oggi. Il problema odierno è quello di combattere il neo-capitalismo, perché da tutte le fabbriche in crisi che ci sono si capisce che vengono fatti saltare da parte delle imprese i vari accordi e che esse non hanno piani industriali. La sinistra deve riprendere la lotta contro questo capitalismo neo-liberista avremo delle belle cose da dire".

Chiudendo sulla cronaca odierna, parlando della possibile vittoria della Lega di Salvini nella "rossa" Emilia Romagna, Occhetto ha detto: "Spero di no, poi il resto lo faranno gli elettori".