Il no delle forze di destra alla così detta 'Commissione Segre', le minacce ricevute dalla senatrice a vita e la scorta assegnatele. Sono questi i temi che, in questo momento, ruotano attorno alla figura di Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti. Sulla vicenda si è espresso Vittorio Sgarbi. Ospite di Otto e mezzo, trasmissione di La 7 condotta da Lilli Gruber, ha manifestato apertamente la sua stima nei confronti della Segre, ma ha voluto sottolineare come, a suo avviso, siano più gravi certi tipi di minacce e minimizzato il fatto che, probabilmente, quella ricevute da lei provengano da hater che si limitano a 'bazzicare' sui social.
Per Lilli Gruber condanna della destra non è netta
Lilli Gruber, in riferimento ad esempio alle parole di Salvini che ha manifestato vicinanza alla Segre, pur sottolineando di essere lui stesso oggetto di minacce, ha utilizzato una metafora: "Dà un colpo al cerchio ed un colpo alla botte". Prima di esprimere la propria opinione sulla vicenda, Sgarbi ha voluto mettere in evidenza quella che è la sua posizione rispetto al tema degli ebrei: "Io sono il fondatore materiale del museo ebraico di Ferrara ,il Meis. Me l'hanno riconosciuto quando è arrivato Mattarella ad inaugurarlo, ci davano dei fascisti. Ho chiamato Fuksas ed Elkann ed abbiamo inventato questo museo, che poi è diventato una proposta di legge a prima firma Franceschini".
Sempre in riferimento all'atteggiamento di alcuni politici, Lilli Gruber, rispetto al tema Segre, ha sottolineato l'ambiguità di una "certa destra". Un'idea che nascerebbe dal fatto che, a suo avviso, "la condanna del razzismo non è così netta". Una posizione non condivisa da Sgarbi: "Altrettanto ambigua è la sinistra. Non è netta la posizione rispetto ad Israele.
L'antisemitismo di sinistra è più grave di quello di destra".
Per Sgarbi la Segre non dovrebbe correre rischi
"La scorta alla Segre - ha sottolineato Sgarbi - è l'ammissione che c'è un rischio che non vedo. Le minacce che riceve Salvini e che ricevo io da quando ero Sindaco a Salemi sono più gravi ancora. Io non ho una scorta e non la chiedo.
Questa donna straordinaria - ha proseguito - ha letto cose che le sono arrivate sui social che non leggeva. Quello è un mondo di gente violenta. Sono dei disperati co... che insultano chiunque, perché usano quello strumento".
Lilli Gruber, a quel punto, ha sottolineato la differenza tra le due figure, evidenziando come il critico d'arte abbia una "sovraesposizione pubblica molto provocatoria, molto diversa da Liliana Segre". "Lei è un senatore a vita - ha evidenziato Sgarbi - che ha una funzione importante, che ha ricevuto minacce come le ha ricevute Salvini. Dare troppo peso a quelli vuol dire farli esistere. Non bisognava le fosse data la scorta, perché spero siamo così avanti che lei non corra rischi".