Le sardine provano a diventare grandi. Il movimento - nato a Bologna per protestare contro le politiche di Matteo Salvini e per cercare di evitare la vittoria della candidata leghista, Lucia Borgonzoni, nelle prossime elezioni Regionali in Emilia Romagna - vuole dimostrate a tutti di non essere solo un fuoco di paglia. E, allora, le sardine hanno organizzato una protesta anche a Palermo nella giornata di venerdì 22 novembre. Circa 6mila persone in piazza Verdi, almeno secondo gli organizzatori, al grido di ‘Palermo non si lega’. Ma, se la maggior parte dei media maninstream, come il quotidiano Repubblica, incensano i giovani anti salviniani, lasciando trasparire la speranza che almeno loro possano rappresentare un argine alla travolgente ascesa della Lega, non tutti riservano loro lo stesso giudizio.
È anche il caso di Paolo Mieli, uno dei decani del giornalismo italiano il quale, ospite di Tagadà su La7, ha predetto un futuro breve per le sardine, considerate un fenomeno poco serio perché non dividono, almeno i giornali.
Paolo Mieli ospite di Tagadà: ‘Ogni stagione ha la sua protesta’
Tra i vari argomenti trattati nel corso della sua intervista a Paolo Mieli, la conduttrice di Tagadà, Tiziana Panella, domanda al collega di illustrare la sua opinione circa il fenomeno delle sardine. “Le sardine e le piazze che riempiono sono paragonabili a qualcosa storicamente?”, gli domanda sperando evidentemente in una risposta ad effetto. “A me sembrano paragonabili a piazze analoghe che dal ‘68 in poi, per 51 anni, se pur in modo diverso, si sono sempre mosse - risponde allora Mieli lasciando subito intendere quale sarà il suo giudizio, non certo lusinghiero - C’era un movimento analogo quattro mesi fa che era quello degli striscioni nei balconi.
Ogni stagione ha la sua protesta. Mi sembra un grande esercizio di democrazia”. Il suo paragone è riferito al cosiddetto movimento degli ‘striscioni nei balconi’, nato e morto in pochi mesi quando Matteo Salvini sedeva ancora al Viminale.
Il giornalista ‘frigge’ le sardine: ‘Vedere manifestazioni contro partito di opposizione non ha eguali nel mondo’
“Quindi il movimento è destinato a sciogliersi così come è comparso?”, gli offre a quel punto un assist al bacio la Panella. “Questo non lo so - finge inizialmente di schermirsi Paolo Mieli prima di lanciare l’affondo decisivo - dall’unanime entusiasmo con cui è accolto sulla stampa direi di si, è destinato a sciogliersi.
Perché in genere se una cosa è molto molto seria divide. Qui c’è un coro di applausi”. Insomma, una sentenza di morte Politica irrevocabile sulle sardine. “Quando c’erano gli ‘striscioni’ la Lega era al governo e adesso invece è all’opposizione - prosegue poi nella sua spietata analisi - e vedere delle grandi manifestazioni contro un partito di opposizione è una cosa che non ha eguali nel mondo. Lei mi chiedeva se è paragonabile ai moti di Hong Kong e del Cile. Direi di no perché in genere questi moti li fanno le opposizioni contro chi governa un Paese. Questo invece è un gigantesco moto di protesta, benedetto da tutti i giornali, tranne ovviamente quelli di destra, contro il capo dell’opposizione - conclude attaccando i colleghi giornalisti - insomma, è una cosa su cui fermarsi a riflettere, ma è un esercizio di fantasia divertente”.