Nella serata di sabato 7 dicembre il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato ospite d’onore, insieme alla figlia Laura, della Prima stagionale del Teatro alla Scala di Milano, dove è andata in scena la Tosca di Giacomo Puccini. Tv e giornali hanno descritto la scena dei quattro minuti di applausi tributati al Presidente come una vera e propria “ovazione” durata per “interminabili minuti”. Un successo innegabile, dunque, per Mattarella, anche se sui social network il giudizio sulla serata milanese è stato quasi ribaltato. In molti, infatti, primo tra tutti il giornalista de La Verità Daniele Capezzone, hanno puntato il dito contro la natura elitaria della manifestazione, riservata solo a persone alto borghesi.
Sulla stessa lunghezza d’onda si sono inserite le dure critiche di Diego Fusaro, il filosofo sovranista che parla apertamente di “macabro spettacolo”, perché ad applaudire Mattarella non c’era nemmeno un operaio o un lavoratore precario.
Sergio Mattarella applaudito alla Scala, il giudizio di Fusaro: ‘Democrazia senza popolo’
Ha atteso quasi 24 ore Diego Fusaro per rendere pubblica la sua opinione circa la partecipazione di Sergio Mattarella alla Prima della Scala di Milano. Nella serata di domenica 8 dicembre, infatti, il fondatore del movimento politico Vox Italia ha pubblicato un cinguettio sulla sua pagina Twitter ufficiale. “Democrazia senza popolo - così ha descritto la serata milanese - ad applaudire Mattarella per quattro minuti non vi era neppure un lavoratore.
Non un operaio. Non un fattorino. Non un precario”. Insomma, a detta di Fusaro, la Prima della Scala rappresenterebbe da sempre un esercizio di democrazia fatto però senza l’elemento principale: il popolo. Concetto ribadito anche attraverso una vignetta, pubblicata sempre sui social, in cui viene raffigurata una coppia molto ricca e ben vestita che, uscendo dal teatro, di fronte alla mano tesa di un mendicante, commenta con disprezzo: “Attenta cara, c’è un altro di quei fascio populisti”.
Democrazia senza popolo. Ad applaudire Mattarella per 4 minuti non vi era neppure un lavoratore. Non un operaio. Non un fattorino. Non un precario.
— Diego Fusaro (@DiegoFusaro) December 8, 2019
Il filosofo sovranista commenta: ‘Apartheid globale del capitale’
Ma la controffensiva di Diego Fusaro verso il coro unanime di lodi al Presidente Mattarella non termina qui.
In un articolo pubblicato sul quotidiano online affaritaliani.it nella giornata di lunedì 9 dicembre, il filosofo sovranista ribadisce, approfondendoli, i pensieri da poco espressi sui social. “Alla Prima della Scala 3mila euro per un biglietto e nemmeno un operaio”, riflette. Secondo Fusaro, se si fosse trattato di un film, la serata della Scala avrebbe potuto intitolarsi “democrazia senza popolo”, oppure “democrazia come autogoverno dei ceti possidenti”. A suo modo di vedere, infatti, quello con Mattarella protagonista è stato un “macabro spettacolo” visto che, ribadisce, ad applaudirlo non c’erano né operai, né lavoratori precari, ma solo “esponenti dei ceti dominanti” che hanno sborsato quasi 3mila euro.
Cifra che corrisponde più o meno a tre stipendi di un lavoratore ‘normale’. Stoccata anche contro la polizia, “pagata per proteggere” i ricchi “dalle vili plebi populiste dei lavoratori”. Insomma, conclude Fusaro, “prodigi del capitale e del suo apartheid globale”.
Sulla Scala di Milano… https://t.co/Opvs0tTf8b
— Diego Fusaro (@DiegoFusaro) December 8, 2019