Tensione altissima nell’aula di Montecitorio nel giorno dedicato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, all’informativa sul Mes, la riforma del Fondo Salva Stati che ha scatenato una furiosa polemica Politica tra maggioranza e opposizione. In attesa di replicare il suo discorso anche al Senato, dove ad attenderlo c’è Matteo Salvini, il Premier ha illustrato le sue ragioni per difendersi dalle accuse di alto tradimento formulate dal leader leghista, ma sottoscritte anche Fratelli d’Italia. Conte si è difeso contrattaccando e accusando a loro volta Salvini e Meloni di avergli rivolto delle false accuse, esclusivamente allo scopo di fare propaganda e infischiandosene del fango gettato sulle istituzioni democratiche.
Parole che hanno scatenato l’immediata reazione dei deputati di centrodestra. In particolar modo, i più attivi sono stati il leghista Claudio Borghi e la leader di Fd’I, Giorgia Meloni, più volte richiamati all’ordine dal Presidente della Camera Roberto Fico.
Il discorso di Giuseppe Conte alla Camera: ‘Se accuse fossero vere mi dimetterei all’istante’
Giuseppe Conte apre il suo intervento a Montecitorio definendo “doverosa” la sua presenza per spiegare quanto sta accadendo intorno al Mes. Dopo un breve preambolo, Conte punta subito il dito contro i “massimi esponenti di alcune forze di opposizione”, i quali avrebbero portato avanti una “capillare e insistita” campagna sui social network e sui mass media, accusandolo di aver commesso delle azioni talmente gravi durante la trattativa con l’Ue sul Mes da meritarsi addirittura l’accusa di alto tradimento.
Il Premier si mostra indignato e respinge al mittente gli addebiti parlando di “false accuse”. Poi, sottolinea che “se queste accuse avessero un fondamento, allora saremmo di fronte alla massima ferita, al più grave vulnus inferto alla credibilità delle istituzioni democratiche”. Conseguenza inevitabile sarebbe la sua costrizione a “rassegnare all’istante le mie dimissioni”.
Ma, in caso contrario, come secondo Conte è quello del Mes, “avremo la prova che chi ora è all’opposizione sta dando prova di scarsa cultura delle regole e mancanza di rispetto delle istituzioni”.
Le accuse a Meloni e Salvini generano le proteste dell’opposizione
Giuseppe Conte, però, è ormai un fiume in piena. “Una falsa accusa di alto tradimento inquina il dibattito pubblico e finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche”, insiste.
Invece, “non ci si è fatti scrupolo. E mi sono sorpreso - ecco l’attacco diretto ai leader dell’opposizione - non della condotta del senatore Salvini” - la cui “disinvoltura a restituire la verità” e la cui “resistenza a studiare i dossier” dice di conoscere molto bene - quanto del “comportamento” di Giorgia Meloni la quale, sul caso Mes, avrebbe diffuso “notizie allarmistiche e palesemente false”. Ed è a questo punto che, dai banchi del centrodestra, si alzano grida e strepiti più o meno comprensibili. Protesta talmente vibrante da costringere il Presidente della Camera, Roberto Fico, a riprendere due volte il deputato leghista Claudio Borghi e, ripetutamente, la leader di Fd’I, promettendole di concederle presto il diritto di replica pur di riportare la calma in aula.