Che si tratti di suoi oppositori, sostenitori o esponenti neutri, c'è un dato su cui gli osservatori della politica italiana possono concordare. Matteo Salvini è uno a cui gli schemi non piacciono, soprattutto quando ha un microfono in mano. A margine di un evento della Confapi, la Confederazione italiana e della piccola media impresa, ha rivelato la sua impossibilità a presenziare ai tradizionali scambi di auguri con il Presidente Mattarella. Ha detto di dover prendere un aereo e di non poter incontrare il capo dello Stato perché, in sostanza, lo chiama un dovere più importante di quello di senatore, quello di padre.

Ad aspettarlo, infatti, c'era la recita della figlia.

Aveva un aereo in partenza alle 14

L'annuncio è arrivato in un momento in cui si stava facendo ironia sulla predisposizione di Matteo Salvini ad intrattenere lungamente le platee. Si è sottolineato come quando parte, di fatto, sia quasi impossibile riuscire a trattenerlo. Un po' come se si tramutasse in un fiume in piena. Matteo Salvini non è sembrato essere in disaccordo con il concetto e ha scelto di alimentare il discorso affidandosi all'ironia. Tuttavia, nel contesto, si è trovato anche a fare una rivelazione che probabilmente sarà destinata a far discutere negli ambienti politici. Rivolgendosi, infatti, al pubblico ha sottolineato come, a suo avviso, si debbano reputare "fortunati".

Un'idea che ha avuto modo di chiarire mettendo in risalto come da lì a poco, alle 14, si sarebbe dovuto recare all'aeroporto di Fiumicino per prendere un aereo che lo avrebbe riportato a casa.

Anche l'anno scorso non era presente al Quirinale a Natale

E' stato lui stesso a sottolineare come, evidentemente, questo avrebbe significato la sua impossibilità a presenziare a quelli che sono i tradizionali saluti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a deputati e senatori.

"Stasera - ha detto - ci sarà qualcuno che farà polemica". A margine di quest'annuncio, però, a sollevare dibattito potrebbero esserci due aspetti. Il primo è la motivazione addotta per l'impossibilità a garantire la propria presenza ad un impegno istituzionale, seppur formale, così importante. Il leader della Lega ha perciò scelto di comunicare la motivazione della sua assenza ai saluti di Mattarella, senza affidarsi a giri di parole: "Sono in perfetta concomitanza con la recita di Natale di mia figlia, dovendo scegliere: ubi maior...".

L'altro particolare è che si tratta di una circostanza che si è ripetuta lo scorso anno. Anche in quel caso aveva avuto la necessità di correre a Milano per andare ad assistere alla recita della figlia. In quell'occasione disse che non se la sarebbe persa per nulla al mondo. Idea, se non altro, mantenuta anche quest'anno con una certa coerenza.