Tiene banco il caso Gregoretti ed in particolare la possibilità che Salvini venga processato e condannato. Ad esprimersi sulla questione è stato il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Il leader del Movimento Cinque Stelle, davanti ai microfoni dei giornalisti, ha provato a ripercorrere cosa accadde in quel luglio. Lo ha fatto rimarcando quelle che erano le differenze con il caso Diciotti. In quel caso i grillini che, oggi vogliono Salvini a processo, la pensavano diversamente. A ciò ha aggiunto che il ribaltamento di posizione del numero uno del Carroccio che oggi vorrebbe farsi processare si inquadrerebbe in una tattica politica finalizzata al vittimismo.

Il leader del M5S parla di differenze tra i casi Diciotti e Gregoretti

La posizione di Di Maio è chiara. "In questo momento - ha detto - il nostro obiettivo deve essere quello di far lavorare il Parlamento per i cittadini italiani. La Magistratura si occuperà del caso Gregoretti".

Inevitabile aspettarsi chiarimenti sul mutamento di posizione rispetto a ciò che accadde con il caso Diciotti dove Salvini non venne mandato a processo. E' lo stesso Di Maio a chiarire la differenza delle due circostanze. "Io - ha detto - da vice presidente del Consiglio dei Ministri mi sono autodenunciato quando abbiamo bloccato la Diciotti ed è stato aperto un fascicolo su di me. Poi è stato archiviato. Allora mettemmo in piedi quell'iniziativa perché a livello europeo non c'erano meccanismi di redistribuzione sicuri.Quindi - ha proseguito - chiedemmo prima di attivare la redistribuzione e poi di farli sbarcare.

Con la Gregoretti, invece, avevamo tutte le garanzie dell'Europa che, quando arrivava una nave negli altri Paesi europei, avrebbero preso in redistribuzione una buona parte di quei migranti".

Per Di Maio 'il vittimismo è la nuova linea politica di Salvini'

Nel secondo caso, invece, ci sarebbe una scelta precisa del numero uno della Lega.

"Lui - ha affermato - decise di bloccare da solo la nave Gregoretti come Ministro dell'Interno. Lo poteva fare per la legge, ma adesso non ci venga a dire 'lo sapevate anche voi'. Se ricordate, in quel luglio ci parlavamo ben poco. Era l'ultimo mese del governo Conte 1. Su questo ognuno si prenda le sue responsabilità".

Rispetto all'idea che Salvini, nelle ultime ore, abbia persino evocato Silvio Pellico, autore de 'Le mie prigioni', genera un sorriso ironico di Di Maio.

"Credo - ha detto - che queste cose facciano un po' sorridere il resto del mondo. E' passato - ha proseguito -. dal sovranismo al vittimismo, è la sua nuova linea politica. Sono tattiche, niente di più".

Una tattica, dunque. Il capo politico del M5S ne è certo. "Visto che - ha incalzato - non poteva controllare il processo nella Giunta delle autorizzazioni e quindi avrebbe perso, perché sa che bloccare quella nave è stata una scelta di propaganda e non è mai stata coordinata dal governo, ha deciso di ribaltare e farsi processare".