Il Team del Futuro, la nuova segreteria Politica del Movimento 5 Stelle, si è riunito il 10 gennaio a Roma. Stando a quanto riportato da LaPresse, durante la riunione si sarebbe deciso di organizzare gli Stati Generali dal 13 al 15 marzo per dare un nuovo volto e rilanciare il partito, apparso un po' in affanno in questi ultimi mesi.
Al momento non è stata ancora scelta la location dell'evento: in lizza ci sarebbero Torino e Roma, anche se rispetto a queste due città sarebbe favorita Assisi.
Gli Stati Generali per rinnovare il Movimento 5 Stelle
I principali esponenti del M5S hanno compreso che è necessario giungere ad un punto di svolta per attuare dei cambiamenti ed adeguarsi all'attuale contingenza.
Infatti, il movimento fondato poco più di 10 anni fa da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, ormai è chiamato a rivedere la propria posizione e a rinnovarsi.
In quest'ottica a dicembre è stato introdotto il Team del Futuro, formato da 12 facilitatori per altrettante aree tematiche e da altri 6 che gestiscono vari settori delle attività del partito, come ad esempio il rapporto con il territorio o la strategia di comunicazione.
Al contempo, i membri della nuova segreteria politica dei pentastellati avranno il compito di raccogliere ed elaborare nuove idee per rilanciare il movimento che attualmente sembra in difficoltà, e soprattutto per non rischiare di essere risucchiati nel vortice del bipolarismo.
In questi mesi, dunque, il Team del Futuro dovrà valutare le proposte per presentare dei progetti concreti sui quali confrontarsi durante gli Stati Generali di marzo. Sarà questo, quasi certamente, il momento in cui si deciderà il futuro dei grillini.
Come di consueto, il M5S sta dando la parola ai propri militanti in vista del cambiamento, invitandoli a proporre idee e nuove strategie su cui confrontarsi a marzo quando, se necessario, si potrà anche ridiscutere della leadership.
In questi giorni si stanno già registrando i primi interventi di alcuni esponenti dei pentastellati sul futuro. Ad esempio, Mattia Crucioli ha affermato che bisognerebbe introdurre una gestione collegiale, mettendo da parte la figura del leader unico. Il senatore genovese ha anche annunciato che è già stato introdotto un indirizzo di posta elettronica al quale inviare le proprie idee tramite l'iniziativa "Dai voce al Movimento che c'è in te".
Tutte le proposte verranno poi presentate ai senatori e deputati del partito.
Il viceministro all'Economia, Laura Castelli, si è schierata dalla parte di Di Maio: "Io sto con Luigi - ha dichiarato all'AdnKronos - per tutti i motivi che ho sempre manifestato e per i quali mi sono sempre spesa. Per me nessuno lo può sostituire e continuerò a sostenerlo".
Anche Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, non ha esitato nell'appoggiare su Facebook l'attuale capo politico dei grillini: "L'ipocrisia è un male ma l'irriconoscenza è persino peggio - ha scritto - Siete liberi di credere alle favole che stanno raccontando i parassiti che ci stanno succhiando il sangue dall'interno, ma a questo non c'è cura se non la psichiatria".
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, ci ha tenuto a sottolineare: "In venti mesi il M5S è riuscito a raggiungere i migliori risultati e lo ha fatto con Di Maio capo politico. Dobbiamo continuare ad attuare i nostri principi e a realizzare provvedimenti che per milioni di italiani rappresentano la sola speranza di cambiamento".
In realtà, stando a quanto riportato di recente da Il Fatto Quotidiano e Il Foglio, il ruolo politico dell'attuale ministro degli Affari Esteri sarebbe in discussione tra i grillini. Ad ogni modo, i suoi collaboratori hanno provveduto a smentire qualsiasi ipotesi di dimissioni.
Tra coloro che potrebbero spingere per un cambiamento al vertice del partito potrebbe esserci Alessandro Di Battista.
Questi, anche se ha elogiato Di Maio per quanto fatto finora alla guida del Movimento 5 Stelle, non ha esitato nel prendere le difese del senatore Gianluigi Paragone, senatore espulso da poco dal M5S e definito "una risorsa" proprio da Di Battista.
In tutto ciò, potrebbero risultare decisivi i risultati delle elezioni regionali in Emilia Romagna. Qui, infatti, i pentastellati rischiano di andare incontro ad una debacle dopo una campagna elettorale caratterizzata da dissapori e incomprensioni, e un candidato, Simone Benini, piuttosto debole politicamente.