In mattinata il Parlamento ha approvato l'emendamento costituzionale che consentirebbe all'attuale presidente russo Vladimir Putin, in carica da più di vent'anni, di presentarsi alle elezioni nazionali del 2024. La nuova riforma costituzionale prevede infatti di non attuare la regola dei due mandati consecutivi per chi ha già ricoperto la carica di Presidente della federazione russa, sancendo di fatto il semaforo verde per la ricandidatura dell'attuale capo del Cremlino. La proposta originale della deputata Valentina Tereshkova, prevedeva l'eliminazione del vincolo dei due mandati, proposta però respinta dallo stesso Putin che ha scelto una linea più morbida, quella del reset, dichiarando che «Il Presidente è garante della Costituzione, della sicurezza del Paese, della sua stabilità interna e del suo sviluppo evolutivo» e che «La Russia ha esaurito la sua quota di rivoluzioni».

Durante la discussione della riforma Putin è comunque rimasto vago: «Faremo ancora molte cose buone fino al 2024 e in seguito si vedrà», non chiudendo dunque la porta alla riforma della Tereshkova.

L'iter da seguire sarà una semplice formalità, passerà prima al Senato, poi ai consigli regionali e infine sarà firmata dal presidente stesso. La Corte Costituzionale ha espresso un parere positivo alla riforma. Da stabilire invece, la data del referendum da sottoporre ai cittadini russi, si vocifera quella del 22 aprile. Una data storica, che coincide con il 150° anniversario della nascita di Lenin. Attualmente l'indice di gradimento di Putin si trova al 68 per cento e molti giornalisti guardano con interesse ai suoi interventi, come dimostra l'aumento di presenze nel suo discorso di fine anno.

Protesta dell'opposizione contro Putin

L'opposizione ha chiesto presso il Comune di Mosca una autorizzazione per organizzare una manifestazione contro la neo riforma ritenuta anti democratica visto che "In uno Stato dove la leadership non si è mai rinnovata per 20 anni non potrà avere alcun futuro".

A guidare la voce, c'è anche il noto oppositore di Putin, Alexey Navalny che su Twitter ha espresso tutta la sua amarezza, ribadendo che lui sia costituzionalmente candidabile ma che non potrà farlo, mentre Putin ha la possibilità di essere nuovamente candidato, aggirando il vincolo del doppio mandato.

Le modifiche alla Costituzione russa volute da Putin

Questa riforma completa una serie di variazioni apportate alla Costituzione russa per volere dello stesso Vladimir Putin. Le commissioni hanno consegnato al presidente una serie di emendamenti che dovranno essere approvati tramite una serie di consultazioni popolari, anche su internet, dove si verificherà l’indice di gradimento dei cittadini verso queste proposte.

Se si riscontreranno forti sollevazioni popolari, potranno anche essere messe da parte.

Le modifiche principali partono dal rimando della fede in Dio trasmessa dagli antenati, al riferimento del popolo russo come “parte costituente dello Stato” fino all’idea del matrimonio, visto esclusivamente come “un unione tra l’uomo e la donna.”

Gli Obbiettivi di Putin

Con queste nuove misure nel testo costituzionale viene rafforzato il sentimento legato al nazionalismo russo, in particolare a tutte le caratteristiche etniche, culturali e religiose che vengono poste in cima a tutte le differenze presenti anche tra gli stessi distretti sparsi in tutta la Federazione Russa. Il presidente si è anche assicurato il pieno sostegno della Chiesa Ortodossa sempre più vicina al leader del Cremlino, con il Patriarcato di Mosca che plaude alle iniziative di Putin. La citazione della “fede in Dio” in Costituzione rappresenta un ennesimo e rimarcato distacco dall’ateismo tanto caro alla vecchia Unione Sovietica.