Nella mattinata di sabato 28 marzo, il deputato Vittorio Sgarbi, attraverso un video apparso sulla sua pagina 'Facebook', ha criticato nuovamente il Governo in merito agli aiuti economici previsti per gli italiani falcidiati dalla crisi economica insita in quella sanitaria da covid-19.

Il premier Giuseppe Conte ha specificato che il prossimo decreto, previsto per aprile, punterà a destinare diverse forme di sussidi per famiglie, imprese e lavoratori in difficoltà. "Oggi sono sicuro che dico una cosa che non potrà che essere condivisa - ha chiosato al riguardo Sgarbi - Gli aiuti che sono stati stanziati devono andare direttamente nei conti correnti dei cittadini non alle Istituzioni, alla Protezione Civile, alle banche o a chissà quali enti.

L'importante è che ogni sussidio vada nelle tasche dei cittadini, uno ad uno", per far sì che "se non muoiono per Coronavirus, comunque non debbano morire di fame".

Sgarbi torna sulla questione della denuncia del Pts

Il deputato ha esordito nel proprio intervento con delle scuse pubbliche un po particolari: "Ho fatto errori: il tempo mi dirà se avevo ragione o meno. E ci dirà quanto sarebbe stato giusto chiudere prima e cominciare tra dicembre e gennaio ad avvisare i cittadini del rischio che correvano, per evitare la diffusione del contagio". A tal proposito ricordiamo che il Pts (Patto Trasversale per la Scienza) ha presentato un esposto penale nei confronti di Sgarbi per aver invitato i cittadini, in una prima fase, ad uscire per strada infrangendo così il divieto imposto dalle autorità: "Ma i cittadini hanno capito responsabilmente cosa fosse giusto fare e hanno ritenuto che io avessi torto".

La questione, infatti, ha creato clamore e nei social molti utenti si sono scagliati contro Vittorio Sgarbi per aver paragonato il virus ad "una banale influenza" (parole del deputato pronunciate il 10 marzo nel programma 'Coffee Break').

Sgarbi: 'Sono stato depistato'

Il critico d'arte ha poi espresso, stavolta ai microfoni di 'La Zanzara' su 'Radio 24', l'intenzione di porre la parola 'fine' alla diatriba che l'ha visto protagonista in quest'ultimo mese: "Recito il mea culpa.

Dobbiamo essere tutti responsabili". L'uomo ha comunque dichiarato di esser stato "depistato" dal pensiero di virologi ed epidemiologi illustri che l'hanno indotto a dubitare della pericolosità del virus. Anche su questo Sgarbi ha affermato di aver compreso i suoi sbagli e che non aveva alcun titolo per parlare del virus: "Posso soltanto valutare dei dati ed ora dico che c'è la possibilità che nel mondo ci sia il 70% dei contagiati".