Il Covid-19, e la situazione che attorno ad esso si è generata, è stato l'argomento principale dell'incontro di sabato 18 aprile che si è svolto tra il premier Giuseppe Conte e le cosiddette cabine di regia, ovvero i governatori regionali d'Italia e gli addetti ai lavori. Molta è la voglia degli italiani di riprendere un tenore di vita pre-Coronavirus, ma, secondo gli esperti, sono ancora troppo alti i dati sul contagio. Una decisione definitiva dovrebbe essere presa lunedì 20 aprile dal Consiglio dei ministri, ma i dati della curva epidemiologica sembrano non lasciare molto spazio alle interpretazioni, almeno questo è quello che sostengono numerosi esperti.
Il Governo chiede al popolo italiano la pazienza di aspettare e di lasciare passare i prossimi due ponti, quello del 25 aprile e quello del 1° maggio. La cautela che esso manifesta è data dalla volontà di evitare che si creino nuovi focolai. Lo stesso Speranza, Ministro della Salute, chiede cautela e si mostra addolorato per la perdita di 482 civili, sabato 18 aprile. Sembrerebbe che il governo stia valutando una graduale riapertura delle attività: le prime a potere riaprire dovrebbero essere le aziende manifatturiere, poi le imprese di costruzioni; successivamente dovrebbero riaprire attività come bar e ristoranti e, solo alla fine, si concederebbe l'apertura di attività dedite al turismo e all'istruzione.
Il governo al lavoro per gestire gradualmente le riaperture
Il Covid-19 ha portato anche ad una discussione sulla diversa mobilità tra regioni, su cui si è verificata una pesante discussione tra governatori del nord e del sud Italia. Le restrizioni dovrebbero rimanere attive e, sembra, anche la presenza di zone rosse. Francesco Boccia, secondo quanto è stato riportato da Il Corriere della Sera, ha affermato che il governo sta lavorando per tutelare quanto più possibile la salute dei cittadini e per garantire le riaperture nei tempi e nelle modalità che garantiscano la massima sicurezza.
Boccia, Ministro per gli Affari Regionali e le autonomie nel Governo Conte, si è così espresso: "Nessuna scelta deve mettere a rischio la salute dei cittadini".
Coronavirus: attività all'aperto e attività per gli anziani
Il Covid-19 ha modificato radicalmente le abitudini consolidate degli italiani, sotto ogni aspetto della vita comune.
Ad iniziare dalle attività sportive che si possono svolgere all'aperto, come ad esempio la corsa. Si sta considerando come operare in tal senso e il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha asserito che si starebbe valutando di consentire ai cittadini maggiore libertà di movimento. Chi desidera svolgere sport all'aperto potrebbe avere facoltà di farlo, ma dovrebbe mostrare, se fermati dagli agenti, l'autocertificazione che attesti l'orario in cui si è usciti dalla propria abitazione. Si starebbe valutando anche la probabile apertura agli allenamenti dei singoli atleti; anche se l’ipotesi di una apertura da parte del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora non è al momento confermata.
Motivo di preoccupazione risulta anche la salute dei più fragili, ovvero degli anziani. A loro deve essere volto uno sguardo di maggiore tutela e si sta valutando un piano ad essi dedicato. Nulla ancora è stato deciso, ma sembrerebbe che il governo stia valutando la possibilità di consentire l'uscita in base alle fasce d’età.
Covid-19: i giochi dei bambini e riapertura spiagge
La ministra Bonetti ha dato un parere positivo nel garantire ai bambini la possibilità di effettuare attività motoria all'aperto, anche se non come era possibile farlo prima del sopraggiungere del Covid-19. La Bonetti asserisce che secondo lei i tempi sono maturi per potere dare ai più piccoli al possibilità di fare attività ricreativa all'aperto, senza dovere per forza essere affiancati dai loro coetanei.
Tra le ipotesi ci sarebbe una specifica che disciplinerebbe l'accesso agli stabilimenti balneari solo ed esclusivamente per la manutenzione. Questa disposizione sembrerebbe aprire uno spiraglio di speranza per coloro che, in una fase successiva, desidereranno trascorrere le vacanze estive al mare. Se così fosse, l'ingresso dei cittadini negli stabilimenti balneari dovrebbe essere, con ogni probabilità, contingentato.