Da pochi giorni il governo Conte ha varato il cosiddetto bonus vacanze, un contributo fino a 500 euro per sostenere le spese durante le ferie, destinato alle famiglie con un reddito Isee non superiore a 40mila euro. Ovviamente il provvedimento è stato contestato da diverse parti, soprattutto dalle associazioni di categoria che non lo considerano uno strumento utile per il rilancio del settore.

Proteste veementi giungono anche da società che si occupano di intermediazione attraverso piattaforme telematiche, come Booking o Airbnb, da tagliare fuori se si vuole accedere al bonus.

Contro questo particolare sconto vacanziero alle famiglie italiane si schiera anche Nicola Porro. Il giornalista si lancia infatti in una critica Politica bollando come un “bluff” il provvedimento.

Il governo Conte introduce il bonus vacanze

Come appena accennato, il governo guidato da Giuseppe Conte da pochi giorni ha varato un provvedimento, che ha preso il nome di bonus vacanze, attraverso il quale le famiglie italiane che decideranno di andare in ferie questa estate potranno usufruire di un contributo economico del valore massimo di 500 euro. Tra le condizioni richieste per accedere allo ‘sconto’ è la quota del reddito Isee che non deve superare i 40mila euro per nucleo familiare.

Ma a far discutere è anche l’obbligo di effettuare i pagamenti verso la struttura ricettiva o alberghiera senza fare ricorso a “intermediazione di soggetti che gestiscono piattaforme o portali telematici”, come ad esempio Booking.com e Airbnb.

I dubbi di Nicola Porro sul bonus vacanze

Tra i più fieri detrattori del cosiddetto bonus vacanze c’è anche Nicola Porro. Il conduttore di Quarta Repubblica scrive un pezzo sul quotidiano Il Giornale in cui parla senza mezzi termini di “bluff”. Secondo Porro si tratterebbe infatti di una “misura assistenziale che non fornirà alcun aiuto all’industria”.

Il giornalista si lancia inizialmente in una analisi del valore economico del settore turismo, portando come esempio il giro di affari degli alberghi, 21 miliardi di euro all’anno, che ora rischiano di restare solo quattro.

‘Una misura assistenziale’

Porro ricorda poi che, con il varo del decreto rilancio, il governo Conte ha messo a disposizione alcuni strumenti per il settore turistico.

Ma, a suo giudizio, le regole imposte dal comitato scientifico, bollato come una “burocrazia sanitaria”, ci faranno restare “in coma”. Il bonus vacanze attira in particolar modo la sua attenzione.

Il giornalista spiega che ad anticiparne l’80% dell’importo sarà l’albergatore, con la speranza di compensarlo immediatamente. Ma a non convincere Porro è il valore totale della nuova misura: “2,4 miliardi, poco più del 10% del fatturato alberghiero”. Insomma, conclude, il bonus vacanze è una misura assistenziale, “come pensare che il reddito di cittadinanza sia un aiuto ai supermercati”.