Decreto Rilancio sotto la lente d'ingrandimento di Gianluigi Paragone e Nicola Porro. A scovare un articolo che depenalizzerebbe il reato per cui il suocero di Giuseppe Conte ha già patteggiato è il giornalista de Il Giornale. A fare notizia è anche il senatore che riprende l'analisi fatta dal conduttore di Quarta Repubblica e la rilancia attraverso il suo profilo Facebook e il sito ilparagone.it.
Decreto Rilancio sotto la lente di Nicola Porro
Il suocero di Conte è un albergatore attivo nella Capitale. È finito al centro di un'inchiesta giudiziaria per il mancato versamento proprio della 'tassa di soggiorno'.
Nicola Porro sottolinea come all'articolo 180 del decreto Rilancio esisterebbe una depenalizzazione per l'evasione in questione. Il giornalista mette in evidenza quello che sarebbe stato il destino di un albergatore che, per caso, non avesse versato la tassa di soggiorno ai comuni. "Sarebbe - puntualizza - finito in galera". Da ora in avanti, invece, e per effetto del nuovo decreto, come specifica Porro, sarà sufficiente pagare una sanzione amministrativa.
Il suocero di Conte ha patteggiato
Nicola Porro pone in evidenza il fatto che si tratta di una norma di buon senso. Anzi auspica che possa trattarsi di un modus operandi da estendere ad altri settori dell'apparato economico. Allo stesso modo sottolinea come un governo che definisce "manettaro" sembra quasi aver cambiato linea.
Per il giornalista risulta "interessante" il fatto che per la questione "tassa di soggiorno" fosse finito nel mirino della Procura di Roma proprio il suocero di Conte. Il periodo preso in questione riguarda il range temporale tra il 2014 ed il 2018, in cui al Comune di Roma sarebbero venuti a mancare circa due milioni di euro per i mancati versamenti.
"Fu - scrive il giornalista - prima indagato e poi condannato. O meglio patteggiò la pena a poco più di un anno". Il reato che gli veniva contestato era quello di peculato. Il conduttore di Quarta Repubblica sottolinea come sia legittimo pensare che anche per coloro che avessero già subita una condanna le cose potrebbero cambiare.
In particolare, secondo quanto scrive, potrebbero finire alcuni "effetti laterali" indotti dalla pronuncia del tribunale in seguito al patteggiamento.
È lo stesso Porro, notoriamente critico nei confronti del governo, a mettere in evidenza come non sia una cosa di grande rilevanza, considerato che immagina il fatto che la sentenza di patteggiamento sia ormai in giudicato. Tuttavia, si chiede cosa sarebbe accaduto qualora un provvedimento del genere e con gli stessi connotati avesse interessato il governo Renzi o Berlusconi. La stessa conclusione che si può leggere sul sito di Gianluigi Paragone dove, in maniera specifica, ci si chiede quale sarebbe stata la posizione del Movimento 5 Stelle qualora un'azione del genere fosse stata partorita da un'altra forza Politica.