Il caso delle intercettazioni di alcuni magistrati contro Matteo Salvini agita ancora le acque della giustizia e della Politica italiana. Il caso è stato portato alla ribalta da un’inchiesta esclusiva del quotidiano La Verità che ha pubblicato le chat di alcune toghe, compreso Luca Palamara, che insultano il leader della Lega e si compiacciono di doverlo indagare per ‘sequestro di persona’ di migranti, anche se ritengono abbia ragione. È stato lo stesso Salvini a dare il via alla polemica denunciando in Parlamento quanto accaduto nei suoi confronti.
Un fatto gravissimo a suo modo di vedere. Della stessa opinione risulta essere anche Vittorio Feltri. Il fondatore di Libero denuncia infatti l’esistenza di un “sodalizio” tra magistrati e giornalisti ‘amici’.
Magistrati insultano Salvini, Palamara si scusa
Lo scandalo delle intercettazioni dei magistrati contro Matteo Salvini rischia di allargarsi a macchia d’olio, visto che dalle chat finite nelle mani degli inquirenti emergerebbero anche rapporti fin troppo stretti tra alcuni giudici e diversi giornalisti. Rapporti che travalicherebbero il normale scambio di informazioni tra ‘addetti ai lavori’ della giustizia. La polemica è divenuta talmente aspra da costringere il protagonista della vicenda, Luca Palamara, a dirsi “profondamente rammaricato” per le parole da lui stesso pronunciate nei confronti di Salvini.
La vicenda intercettazioni, però, sta già producendo i suoi effetti. L’Associazione nazionale magistrati (Anm) è infatti a rischio scioglimento dopo le dimissioni dei membri delle correnti Area e Unicost.
L’opinione di Vittorio Feltri
In questo quadro drammatico per la giustizia italiana si inseriscono le considerazioni e la denuncia di Vittorio Feltri.
Il giornalista pubblica un fondo sul suo quotidiano per rendere noto di essere sempre stato contrario alle intercettazioni. Ma il caso odierno che coinvolge Matteo Salvini sarebbe diverso da tutti gli altri e lo costringe ad esprimere il suo parere. Secondo Feltri è normale che tra “toghe e cronisti si instauri un clima di rispettosa collaborazione”.
Circostanza che non lo scandalizza affatto. Ma ciò non toglie, aggiunge il giornalista, che i cittadini italiani debbano essere informati quando “pm e giornalisti diventano compari di merenda e intrecciano relazioni tese a incidere sulla corretta informazione”.
‘Sodalizio’ tra magistrati e giornalisti contro Matteo Salvini
Proprio perché il caso delle intercettazioni contro Matteo Salvini viene ritenuto grave, Vittorio Feltri decide di pubblicare su Libero un rapporto della Guardia di Finanza sulle intercettazioni tra magistrati e giornalisti che proverebbe, a suo dire, “l'esistenza di una sorta di sodalizio che, se non è sporco, non è neanche pulito”. Certo, Feltri puntualizza che rapporti ambigui tra toghe e cronisti, lui compreso, allo scopo di scambiarsi informazioni sono sempre intercorsi.
Ma, allo stesso tempo, ritiene esista un “limite” invalicabile oltre il quale non ci si può spingere. Il caso delle intercettazioni contro Salvini, dunque, rappresenta una sorta di inquinamento” che gli fa perdere definitivamente la fiducia nella giustizia italiana.