Matteo Bassetti critica apertamente il modo in cui, in questa fase, si sta dando lettura dei dati relativi ai contagi da Coronavirus. Lo fa dal suo profilo Facebook, non mancando di criticare l'approccio alla questione da parte dei giornali. A suo avviso c'è il rischio che l'atteggiamento che si sta mantenendo in questa fase possa essere dannoso qualora la situazione dovesse farsi complicata in un prossimo futuro.

Bassetti critica la divulgazione delle notizie

L'infettivologo del San Martino di Genova ritiene che si stia dando alla gente una lettura sbagliata di quella che è la situazione.

Chiaro il riferimento al fatto che, negli ultimi giorni, ci sia stato allarmismo relativamente alla scoperta di alcuni focolai e a numeri sui positivi che, seppur lievemente, sembrano in aumento. "La comunicazione - tuona Bassetti - in Italia continua ad essere negativa, allarmistica e catastrofista". Pensiero che suona come una notazione negativa sulla base del fatto che è lui stesso a esporre la situazione dal punto di vista di chi è un addetto ai lavori. Cita, ad esempio, il fatto che ad oggi ci siano meno di 70 persone in terapia intensiva e 800 negli altri reparti, punto più basso da quando la pandemia è esplosa. Bassetti si allinea perciò ad altri scienziati che non sono entusiasmati dall'idea che ogni pomeriggio venga diramato un bollettino con la conta dei positivi.

Un dato che, ormai, alla luce delle evidenze rappresentate da ricoveri e pazienti in terapia intensiva risulta meno significativo di quanto non fosse nei mesi di marzo ed aprile.

Una nuova emergenza da coronavirus possibile, ma non scontata

"Molti quotidiani - incalza l'infettivologo - sottolineano che ci sono ancora troppi focolai e che l'epidemia in molte regioni è incontrollata.

Non è vero". Uno dei dati salienti provenienti dalle tue parole è la conferma del fatto che la stragrande maggioranza dei casi censiti proviene ormai dall'estero e tra i tamponi positivi moltissimi sono caratterizzati da bassa carica virale. Un approccio alla situazione di questo genere potrebbe creare un precedente destinato a delegittimare un'eventuale nuova fase di gravità del fenomeno pandemico.

Bassetti non si iscrive al club di quelli che la ritengono un'eventualità pressoché certa, ma non manca di puntualizzare come si tratti di uno scenario ipotizzabile, seppur non scontato. "Il rischio - evidenzia - è che quando poi si tornerà a parlare di nuove emergenze vere nessuno ci crederà più". L'Italia e il mondo si augurano che gli orizzonti più negativi vengano scongiurati, ma anche i più ottimisti alimentano la necessità di una buona condotta dei cittadini per evitare il rischio.