Alberto Zangrillo accusa il Corriere della Sera di pubblicare “fake news”. Il prorettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano rilascia un’intervista alla agenzia Adnkronos per confutare la tesi contenuta in un articolo pubblicato dal quotidiano milanese nella giornata di mercoledì 18 novembre. “Covid, Italia terza al mondo per letalità”, scrive infatti il Corriere citando la graduatoria mondiale sui decessi provocati dal Coronavirus, stilata quotidianamente dalla Johns Hopkins University di Baltimora, negli Usa. Numeri contestati a gran voce da Zangrillo che parla di “distorsione della realtà”.

Lo studio della Johns Hopkins University pubblicato dal Corriere

Secondo la graduatoria mondiale dei decessi da coronavirus, elaborata come appena detto dall’Università americana Johns Hopkins, il nostro Paese si piazzerebbe sul terzo gradino del podio della poco invidiabile classifica dell’indice di letalità provocato dalla Covid-19. In pratica, quante persone muoiono ogni 100 che vengono contagiate. Ebbene, in Italia questo rapporto è di quattro deceduti ogni 100 casi rilevati (3,8 per la precisione). A precederci ci sono soltanto l’Iran (secondo con più di cinque persone morte ogni 100) e al primo posto il Messico (10 su 100). Il Corriere precisa però che la stessa Johns Hopkins cerca di spiegare l’alta mortalità in Italia, rispetto ad esempio agli altri Paesi europei, con il fatto che l’anzianità della popolazione che vive nel Belpaese sia tra le più alte al mondo.

Il commento di Alberto Zangrillo

Altra spiegazione potrebbe essere legata, si legge sul Corriere, “all’efficienza del sistema sanitario, al momento in cui il paziente viene preso in carico, alla rapidità delle cure”. Ma gli scienziati americani “in qualche modo si arrendono, dicendo che altre spiegazioni sono ignote”. Lo studio a stelle e strisce viene commentato da Alberto Zangrillo.

“Sul Corriere della Sera l’Italia viene indicata in modo negativo - dichiara Zangrillo alla Adnkronos - sulla base di un database e non di una ricerca strutturata secondo regole scientifiche, come il terzo Paese al mondo per letalità da Covid”.

Zangrillo: ‘Grave distorsione della realtà’

Zangrillo si dice sorpreso dalla circostanza che non si sia tenuto conto, a suo parere, di un “dato che costituisce il nostro orgoglio di italiani”.

Ovvero il fatto che l’Italia possieda la caratteristica della “longevità”, come dimostrerebbe anche il dato sulle persone ultrasettantenni che nel nostro Paese rappresentano il 17% del totale, mentre nelle altre nazioni europee solo il 10%. In realtà, lo studio americano cita questo parametro, anche se non lo considera l’unico valido. Secondo Alberto Zangrillo, però, esisterebbe anche un altro motivo che lo spinge a considerare una “fake news” il contenuto dello studio della Johns Hopkins riportato dal Corriere. E cioè che “l'indice è calcolato in base al rapporto fra morti e numero di positivi”. Ma in Italia, ricorda, durante la prima ondata di coronavirus ci sarebbe stata una drammatica sottostima del numero dei contagiati. Insomma, conclude il medico, solo i due dati da lui citati basterebbero a far ritenere una “grave distorsione della realtà” lo studio americano.