Con onestà Matteo Bassetti, da ospite della trasmissione di Tagadà, non ha nascoto ciò che non sembra piacergli dell'ultimo Dpcm emanato dal governo di Giuseppe Conte. "L'idea - ha evidenziato - è che purtroppo mi pare ci sia molto disordine". Pur dando l'idea di condividere l'applicazione di restrizioni per contenere la diffusione del coronavirus, ha messo in risalto che si sarebbe aspettato una strategia diversa. A partire dalla necessità di individuare zone d'intervento che fossero più piccole in termini di ampiezza rispetto al territorio di alcune grandi regioni.

Allo stesso modo ha segnalato la necessità che le valutazioni siano fatte su dati aggiornati e non vecchi di qualche giorno come avvenuto per la prima catalogazione delle regioni.

Dpcm: Italia divisa in tre zone, troppo ampie secondo Bassetti

Il Dpcm oggi divide l'Italia in tre zone, a seconda del rischio di livello epidemiologico e della pressione sui sistemi sanitari. Le gialle rappresentano il livello meno allarmante, poi si passa a quello intermedio (arancione), per finire nelle zone rosse dove i cittadini sono quasi costretti ad un lockdown light. "Non abbiamo capito bene - ha spiegato Bassetti - su che base viene calcolato il colore delle zone. I dati a cui riferiamo sono quelli della settimana tra il 18 ed il 25 ottobre.

Ma ci troviamo al 6 novembre".

L'infettivologo sposa l'idea di tarare le misure restrittive in base alla situazione epidemiologica di ciascun territorio, ma a suo avviso si sarebbe dovuto effettuare una divisione più capillare. "La Lombardia - ha spiegato - è grossa più della Svizzera. Ciò che è giusto a Milano può non esserlo a Brescia o Bergamo".

"Dovremmo - ha proseguito - conoscere l'Rt delle singole città. Avevamo detto interventi chirurgici, addirittura su quartieri".

A Tagadà Bassetti parla di necessità chirurgiche

Il riferimento va al fatto che adottare misure su territori ampi rischia di dare una misure non adeguate al livello di rischio epidemiologico che ogni regione ha.

"All'interno della regione - ha spiegato Matteo Bassetti - ci sono situazioni diverse. Situazioni in cui essere gialli è troppo poco e altre in cui essere rosse è troppo. Dovremmo andare ad intervenire ancora più chirurgicamente". Secondo il medico sarebbe necessario "avere un'rt che sia basato su dati dinamici che continuano a cambiare giorno dopo giorno"..