C'è un po' di luce in fondo al tunnel del Coronavirus e si chiama vacccino. Lo hanno spiegato in più occasioni diversi esperti, segnalando come la scoperta sarà però solo uno dei presidi da mettere in campo per rendere il Sars-Cov2 solo un brutto ricordo.

Gli annunci di Pfeizer e Moderna sono stati salutati con grade speranza dal mondo. A gettare un po' di acqua sul fuoco dei facili entusiasmi è la nota virologa Maria Rita Gismondo. A spiegare il motivo della sua freddezza sulla vicenda è lei stessa con un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano del 21 novembre, nell'ambito della sua rubrica Antivirus.

Eloquente è persino il solo titolo dell'articolo: "Molti vaccini, ma troppi dubbi".

Pensiero, tra l'altro, ribadito in delle dichiarazioni rilasciate all'Adnkronos Salute. In particolare, secondo quanto riporta l'agenzia, i dubbi riguardano i possibili effetti collaterali a lungo termine dei candidati ad azione genica.

Coronavirus: il vaccino ad oggi per la Gismondo vale solo per la Borsa

Secondo la scienziata, al momento, i vaccini di cui si parla tanto sarebbero "solamente - scrive - negli annunci" e i loro effetti sarebbero da rintracciare unicamente "nelle Borse".

Qualche giorno fa l'amministratore delegato di Pfeizer aveva ceduto parte del suo pacchetto azionario, beneficiando del fatto che le azioni fossero schizzate alle stelle dopo l'annuncio dell'efficacia del vaccino.

A distanza di qualche ora è stato precisato come si trattasse di un'azione automatica e prevista nel momento in cui le azioni avessero raggiunto una determinata soglia di valore.

"Hanno fatto bene - spiega la Gismondo - visto che Moderna ha dichiarato di aver pronto il suo, più efficace e senza la necessità di della catena del freddo".

Il riferimento va al fatto che sul vaccino di Pfeizer, una volta commercializzato, si potrebbe porre il problema di individuare strategie di trasporto e conservazione, in ragione della necessità di tenerlo a lungo a decine di gradi sottozero. Questo aprirebbe problemi logistici rivelanti che, stando alle dichiarazioni, non sarebbe una questione che riguarderebbe il candidato vincente di Moderna.

"A parte questi eventi finanziari - tuona la virologa - null'altro di concreto". Quasi come se la questione economica derivante dagli annunci fosse l'unica nota da sottolineare.

Vaccino coronavirus: le criticità scientifiche segnalate da Maria Rita Gismondo

Maria Rita Gismondo spiega, inoltre, come ad oggi i vaccini (decine) anti-Covid in sprimentanzione si stiano basando su due principi. Quelli di natura proteica finalizzati a stimolare la risposta anticorpale e quelli, di nuova generazione, composti da frammenti di Rna o di Dna che inducono le cellule a sintetizzare una proteina simile a quella verso che si vuole combattere.

Proprio quest'ultima strategia, sulla sbase anche di indicazioni della Fda, viene vista con particolare sospetto dalla virologa.

"La terapia genica - evidenzia - potrebbe modificare il Dna del paziente e i virus inattivati, utilizzati come vettori, potrebbero diventare inattivi nei decenni successivi. Pertanto la Fda raccomanda di allungare i tempi di osservazione e di sottoporre i pazienti a rischio di neoplasie a un test di replicazione virale e di sviluppo oncologico per 20 anni per prevenire l'insorgenza anche di malattie auto-immuni".

Tempi che ovviamente renderebbero necessaria molto più lunga e che non potrebbe accorciata neanche mirando a coinvolgere migliaia di soggetti in più rispetto a quelli già coinvolti. Le preoccupazioni di Maria Rita Gismondo sulla terapia genica è che si possano andare ad innescare mutazioni molto lente che non potrebbero essere valutate da subito.

La sua idea è che perciò sarebbe meglio attendere su strategie di questo tipo per avere conferme a lungo termine e di puntare su vaccini che appartengono a una filosofia del passato, ma i cui effetti hanno uno sviluppo noto.

Maria Rita Gismondo ha, inoltre, ribadito la sua opinione in altre dichiarazioni. Come quelle, ad esempio, rilasciate all'Adnkronos. In questa circostanza ha sottolineato come i primissimi riscontri sulla sicurezza del vaccino potrebbero essere quelli relativi all'efficacia e alla tossicità acuta. "Non conosciamo - ha precisato stando alle parole riportate - né la durata dell'efficacia, né gli effetti collaterali in cantiere".

Occorre precisare che la nota virologa non ha espresso un parere no-vax nei confronti del vaccino contro il coronavirus.

La sua professione ed estrazione scientifica le impone di essere esattamente dalla parte opposta a livello d'opinione, ma ha auspicato che tra i tanti candidati si possa arrivare ad un vaccino che prevede le tecniche di azione più consolidate e che si possono considerare 'classiche'.