Massimo Galli torna a parlare di coronavirus. Lo fa da ospite della trasmissione Rai Agorà. Rispondendo alle domande della giornalista e conduttrice Luisella Costamagna, l'infettivologo del Sacco di Milano ha descritto quello che è il suo punto di vista sulla situazione. Le parole pronunciate dal medico sono state improntate a invitare tutti a non commettere gli stessi errori fatti in estate, quando i miglioramenti evidenziati hanno fatto credere che la partita con il Sars-Cov2 fosse finita.

Coronavirus, Galli parla di tendenza favorevole grazie alle nuove misure

Oggi contagi, saturazione delle terapie intensive e numero di ricoverati sembrano avere numeri migliori di quelli di qualche settimana fa. "Se riesci - spiega Galli - a stabilire una tendenza favorevole vuol che le misure prese e i sacrifici fatti stanno dando risultati. Ma questo non vuol dire che il virus sia scomparso. Altrimenti cantiamo la stessa canzone cantata più volte, anche spesso stonando, nel periodo estivo".

La conclusione che si può trarre dalla parole di Galli è che se oggi i dati sono confortanti rispetto a poco tempo fa è solo perché si stanno rispettando le regole. Tutto potrebbe cambiare nel momento in cui si immaginerà di allentarle non rispettarle.

"Il mancato rispetto delle note di questa canzone - ricordato - ci ha portato alla terribile ripresa autunnale. Ha portato a questo punto, con un conto che mi fa veramente fatica fare, più di 20.000 morti che avremmo potuto in larga misura evitare".

Influenza e Covd, Galli spiega ad Agorà cosa bisogna attendersi

L'inizio del 2021 potrebbe corrispondere anche con l'arrivo di una concomitante epidemia di influenza stagionale.

Non è ancora chiaro cosa potrà accadere nel periodo in cui se ne registrerà il picco in contemporanea ad una diffusione del Coronavirus ancora in atto. "Negli ultimi vent'anni - spiega Galli - il periodo del picco più frequente dell'influenza stagionale è stato tra la fine di gennaio e la prima settimana di febbraio. Ci sono stati anni anche recenti, se non erro il 2016 ed il 2017, in cui il picco è stato anticipato.

Lo abbiamo avuto tra Natale e Capodanno o nella prime settimane di gennaio. Quest'anno ci sono una serie di fattori da considerare, girando tutti con la mascherina può darsi che il processo si rallenti".

Dpcm e spostamenti, Galli teme la fuga nel weekend pre-blocco

Il 21 dicembre non ci si potrà più muovere tra regioni. La volontà è quella di evitare un grande flusso di persone in movimento. Tuttavia, ad oggi, pare esserci un concreto rischio che lo spostamento di massa si verifichi nell'ultimo weekend prima del blocco. "Temo - rivela Galli - che le avvisaglie ci siano tutte, se vediamo quello che si dice su prenotazioni di treni ed aerei. Questo è un Paese dove le persone pensano che le soluzioni individuali, e non solo in Italia, siano assolutamente lecite e magari gli stessi si scagliano con gli altri perché si comportano in maniera non congrua per la sicurezza di tutti".

"La sicurezza di tutti - prosegue - comincia dai comportamenti da ciascuno di noi. Questa è una considerazione magari impopolare, ma molto reale".

Questa è anche la fase in cui si inizia ad ipotizzare che possano esserci deroghe rispetto alle stringenti norme del Dpcm per il periodo natalizio. Le difficoltà secondo l'infettivologo non mancano. "Stabilire delle regole - puntualizza Galli - diventa estremamente difficile se devi prevedere una quantità enorme di eccezioni, Che possono essere logiche, ma che finiscono per essere un segnale confondente".

Nuovo Dpcm, per Galli i cittadini ora comprendono le regole

Oggi, però, nell'opinione pubblica inizia ad emergere una minore insofferenza verso le restrizioni, Come se adesso si comprenda l'esigenza dei sacrifici sociali e la portata dei rischi.

"Mi rassicura - ammette Galli - il fatto che se i sondaggi sono reali la posizione della maggioranza degli italiani ha capito il problema".

Dalle parole del medico sembra emergere che bisogna convivere con l'idea che questo possa essere un periodo festivo da affrontare facendo sacrifici. E in riferimento a molti cittadini aggiunge: "Avranno occasione di rivivere il Natale nella loro esistenza, forse mi preoccupano gli anziani che non ne hanno tanti davanti".

Galli, tuttavia, sottolinea come anche la categoria degli over abbia ormai compreso la necessità di accettare le limitazioni sociali per abbassare considerevolmente i rischi. "Preferiranno - spiega - correre il rischio di non aver un buon Natale quest'anno, piuttosto che correre il rischio di andare all'altro mondo prima.

Questo mi sembra un elemento piuttosto condivisibile, soprattutto dagli anziani stessi. Nel novero dei quali mi colloco anche io".

L'infettivologo, nonostante abbia passato gli anni della giovinezza, continua a restare in corsia. "Io - spiega- sono in una situazione tale per cu non posso non definirmi non a rischio di beccarmi la malattia e magari non averne un buon decorso. Chi ha la possibilità di evitare questa cosa perché è a casa in pensione, non ha tanta voglia di correre questo rischio".