Il nuovo Dpcm entrerà in vigore il prossimo 16 gennaio. Si sa più o meno quasi tutto rispetto a quello che ci sarà da attendersi sul fronte delle nuove restrizioni. Dal divieto di uscire dalle regioni senza un motivo valido riconducibile a lavoro, salute o necessità, fino alla stretta sui bar che non potranno operare con l'asporto oltre le 18. Proprio su questo punto si attende un chiarimento definitivo, tenuto conto che la trattativa tra le parti potrebbe condurre ad un divieto limitato alla sola vendita di alcolici oltre il limite orario fissato.
Colore regioni: parametri inaspriti
Tuttavia, la vera stretta maturerà con quello che sarà il cambio dei colori delle regioni previsto a partire da lunedì. Per effetto della variazione sfavorevole della situazione epidemiologica e dell'inasprimento dei parametri, si dovrebbe assistere ad un'Italia che per più della metà potrebbe essere arancione o rossa.
Decisive saranno le ordinanze che dovrebbero arrivare prima del weekend ed essere attive a partire da domenica (un giorno dopo l'entrata in vigore del nuovo Dpcm che sarà valido fino al 5 marzo).
Zone rosse e arancioni: più regole, chiusure e limitazioni, 7 in giallo?
Decisivo sarà l'aggiornamento del monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità che, entro venerdì, dovrebbe portare alle nuove ordinanze del Ministero della Sanità.
In attesa di capire quella che sarà l'evoluzione relativa al contagio si ipotizza che solo sette regioni avrebbero buone possibilità di rimanere gialle. Sarebbero: Toscana, Campania, Sardegna, Basilicata, Valle d'Aosta e Abruzzo. Queste saranno realtà dove continuerà ad essere libera la circolazione all'interno del territorio regionale (salvo che dalle 22 alle 5 per effetto del coprifuoco) e resteranno aperti anche bar e ristoranti (servizio in loco alle 5 alle 18)
Nuovo Dpcm: l'attesa è anche per le ordinanze
Tra regioni che già lo sono ed altre che lo diventeranno, ad oggi, lo scenario prevede dieci regioni che potrebbero trovarsi in arancione.
Si tratta di una fascia in cui le attività di ristorazione possono operare solo con asporto e consegna a domicilio e la libertà di movimento, rispetto alle restrizioni della zona gialla, è ulteriormente circoscritta al solo territorio comunale. Si può uscire solo se si ha comprovata ragione di lavoro, salute o necessità oppure se si vive in un comune con meno di 5000 abitanti, in quel caso ci si può spostare nel raggio di 30 chilometri con l'obbligo di non raggiungere capoluoghi di provicincia.
Dopo le ordinanze, in questo gruppo dovrebbero esserci: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Marche, Puglia e Calabria.
Proprio quest'ultima regione, secondo indiscrezioni giornalistiche, sarebbe in bilico tra zona arancione e rossa. Tuttavia, occorre sempre ribadire che queste previsioni sono frutto di proiezioni che potrebbero essere cancellate dall'ultimo aggiornamento dei dati oggetto di valutazione dell'analisi dell'Istituto Superiore di Sanità. Perciò il condizionale resta d'obbligo.
Attenzione, però, anche alla zona rossa. Quella in cui, per intendersi, si può uscire di casa solo potendo autocertificare i motivi dello spostamento. Da domenica potrebbero finirci due grandi regioni come Lombardia e Sicilia.
Anche in questo caso non si può parlare di certezza.
Nuovo Dpcm. la zona bianca lontana per ora
Non ci saranno sorprese, invece, sul fronte delle zone bianche. Il nuovo Dpcm prevedrà che i territori con la situazione epidemiologica migliore potranno ritrovare tanta normalità. Dall'abolizione del coprifuoco all'attività senza limiti della ristorazione. Resterebbero, ovviamente, gli obblighi di mascherina anche all'aperto ed il divieto di assembramento. Ad oggi, però, il traguardo risulta lontano per quasi tutte le realtà territoriali. Per arrivare in zona bianca bisogna arrivare a non più di 50 casi ogni settimana per 100.000 abitanti.