Vittorio Feltri è stato ospite della trasmissione di Mario Giordano, Fuori dal coro. Nel corso del programma di Rete 4 il fondatore di Libero ha espresso il suo punto di vista sulle dinamiche che stanno portando alla formazione del governo presieduto da Mario Draghi. In particolare, il giornalista si è soffermato sulle posizioni di Matteo Salvini e della Lega.

Governo Draghi, Feltri sulla Lega e Salvini

"Più che convinto, mi ha stupito". Si è espresso così Vittorio Feltri rispetto all'atteggiamento del leader del Carroccio nell'approccio al nuovo governo di larghe intese.

"Non mi aspettavo - ha rivelato - una svolta del genere. Tra l'altro, proprio alcuni giorni fa, avevo udito un suo intervento sui social in cui diceva che mai e poi mai avrebbe accettato di entrare in un governo istituzionale. In un governo con una maggioranza ammucchiata. Per cui ero tranquillo che non sarebbe successo niente".

"Non capisco - ha aggiunto - come mai questa brusca sterzata nel giro di pochi giorni. Questa mi rimane un po' indigesta, tuttavia riesco a capire che Salvini voglia entrare a far parte della brigata Draghi perchè tutti quanti hanno cominciato a elogiare Draghi ancora prima che abbia iniziato il lavoro".

Governo, Feltri parla dell'approccio verso Draghi

Il riferimento è ad un certo clima di approvazione che sembra emergere nei confronti di Mario Draghi.

L'ex presidente della Bce, probabilmente perché forte di un curriculum di spessore internazionale, ad oggi sembra catalizzare soprattutto giudizi positivi.

"Una santificazione" ha evidenziato Feltri, ripetendo un concetto espresso da Mario Giordano. "È - ha aggiungo - una cosa impressionante e che coincide con la demonizzazione di Conte.

Il quale è stato leccatissimo fino a qualche giorno fa e all'improvviso è diventato un personaggio da scartare".

"Questa cosa - ha evidenziato il giornalista - mi lascia un po' perplesso. Io non avevo una grande simpatia per Conte, però trattarlo così mi è sembrato brutto".

Governo Draghi e il suo futuro secondo Feltri

Il successore di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi sembra ormai destinato ad essere Mario Draghi.

Il suo ruolo non sarà semplice, tenuto conto che gli toccherà mettere in piedi un governo che sarà sostenuto da una maggioranza molto eterogenea. Proprio per questo gli analisti politici gli hanno attribuito la necessità di giocare un ruolo di sintesi tra le forze politiche che lo andranno a sostenere. "Questa nuova maggioranza - ha evidenziato Feltri - è composta da partiti che non hanno fatto che litigare fino a ieri e quindi penso che continueranno a farlo in futuro. Il povero Draghi si troverà a dover mitigare le pretese di un partito, dell'altro, ecc. Non riesco a capire come possa quest'uomo importante - Draghi sappiamo tutti che è una persona capace - ma non è Dio. Penso che troverà delle difficoltà a mandare avanti la baracca".