Prosegue il secondo giro di consultazioni del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, che ieri ha ricevuto nuovamente il supporto di Matteo Renzi, intervenuto nella puntata del 10 febbraio della trasmissione di Rete 4 'Stasera Italia' per ribadire le proprie scelte e le motivazioni che lo hanno portato a togliere l'appoggio al governo Conte.

Matteo Renzi: 'Italia Viva ha dimostrato maturità'

Il leader di Italia Viva afferma di non essere per niente pentito delle sue scelte, anzi le rivendica con forza puntando il dito nei confronti di chi lo accusa di volere rimanere aggrappato al governo per non andare ad elezioni e scomparire dal quadro politico italiano.

Per Matteo Renzi la rinuncia a due ministeri, come successo a gennaio con l'uscita dal governo Conte di Elena Bonetti e Teresa Bellanova, è stata dolorosa ma allo stesso tempo un segnale di maturità. Secondo Renzi queste rinunce sono state l'esempio di un partito che non vuole accontentarsi di governare, bensì vuole dettare la propria agenda Politica a costo di diventare impopolare. "Lo rifarei. Prima avevo la golden share, ho detto no a delle poltrone personalmente e come squadra. Da punto di vista della vecchia politica sono un pazzo", ha commentato l'ex presidente del Consiglio.

Il cambio di passo che Matteo Renzi aveva chiesto più volte a Giuseppe Conte e al suo operato non sarebbe avvenuto e da lì è nata una frattura.

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Poi ha voluto ribattere alle indiscrezioni secondo le quali la crisi di governo fosse premeditata e che ci fosse già in ballo un'alleanza di centrodestra, bollando le accuse come infondate.

Matteo Renzi ha spostato poi l'attenzione sul futuro rimarcando il sostegno totale in Mario Draghi e nel suo esecutivo che appoggerà con l'obiettivo primario di spendere al meglio i circa 200 miliardi del Recovery Fund.

Secondo Renzi il governo Draghi è il prodotto della politica e per questo il suo governo sarà fortemente politico, contando anche il numero di forze che lo appoggeranno, tra le quali include anche il Movimento Cinque Stelle, affermando - a suo avviso - l'altissima improbabilità che le votazioni su Rousseau diano un esito contrario rispetto alle dichiarazioni dei leader grillini.