Dopo la quinta giornata del processo è arrivata l’assoluzione per Donald Trump. Non sono bastati i sette i senatori repubblicani che hanno chiesto la condanna dell'ex presidente per aver istigato l'attacco a Capitol Hill dello scorso 6 gennaio in cui sono morte cinque persone. I voti finali sono stati 57 (50 democratici e 7 repubblicani), ma ne servivano 67 per arrivare alla maggioranza qualificata che serviva per incriminare Trump. L'impeachment avrebbe impedito a Trump di candidarsi, in futuro, per le alte cariche pubbliche. Il processo, è stato il quarto a un presidente statunitense con l’accusa di impeachment ed il secondo consecutivo nei confronti di Trump.

L’accusa dei Democratici a Trump

I democratici hanno sostenuto che Trump ha intenzionalmente incitato una folla di suoi sostenitori a prendere d'assalto Capitol Hill nel tentativo di ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali perse in favore di Joe Biden, dopo che per mesi lo aveva accusato di frode elettorale senza alcuna prova reale e basandosi su teorie del complotto false. La svolta per i Dem doveva essere rappresentata dalla Repubblicana Jaime Herrera Beutler, la donna sostiene che il collega Kevin McCarthy le aveva riferito, in una telefonata durante l'assalto al Congresso, che l'ex presidente stava dalla parte dei rivoltosi e si rifiutò di fermarli. “Kevin, penso che quelle persone siano più arrabbiate di te per le elezioni” avrebbe detto l’ex presidente, mostrando, secondo loro, indifferenza per le violenze.

Alla fine si è deciso di acquisire la dichiarazione della parlamentare ma senza una deposizione. Probabilmente per evitare il prolungamento del processo stesso.

La difesa di Trump

In risposta, gli avvocati di Trump hanno sostenuto che il suo discorso alla manifestazione che ha preceduto la rivolta era "normale retorica politica" protetta dalla Costituzione, e hanno affermato che i “blue” erano motivati ​​dal loro "odio politico" nei confronti dell'ex presidente.

Uno degli assi nella manica per la vittoria si è rivelato essere Mitch McConnell, senatore repubblicano ed ex leader della maggioranza al senato che aveva condannato pubblicamente Trump per aver istigato l'assalto al Congresso, ma che ha sposato la tesi difensiva dell'incostituzionalità dell'impeachment contro un presidente già decaduto.

Una mossa certamente non disinteressata, come la maggioranza dei voti del partito, che vuole tentare di riconquistare il Congresso già nelle elezioni di Midterm del prossimo anno.

Il futuro di Trump

L'ex presidente ha anche suggerito che non rimarrà lontano dai suoi sostenitori. "Il nostro storico, patriottico e bellissimo movimento per: Make America Great Again, è appena iniziato", ha detto. "Nei mesi a venire ho molto da condividere con voi e non vedo l'ora di continuare il nostro incredibile viaggio insieme per raggiungere la grandezza americana per tutta la nostra gente. Non c'è mai stato niente di simile!". Parole che lasciano presagire una sua presenza attiva nella vita politica e sociale degli Stati Uniti, o una ricandidatura nel 2024.