A Villa Grande, residenza romana di Silvio Berlusconi, si è tenuto il vertice dei leader del centrodestra per decidere il nome del candidato per il Quirinale. E la scelta, come già si ipotizzava da giorni, è caduta proprio sull'ex premier. Ora i partiti attendono che Berlusconi sciolga la riserva. Nel frattempo, arrivano critiche dal centrosinistra.

Il vertice del centrodestra

All'incontro di Villa Grande erano presenti tutti i leader della coalizione di centrodestra: dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini alla presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, passando per i centristi Lorenzo Cesa (Udc) e Luigi Brugnaro (Coraggio Italia).

Tutti si sono dichiarati pronti a sostenere la candidatura del Cavaliere al Colle, dichiarando che in questo frangente Berlusconi sia la figura più adeguata a ricoprire questa carica. Lo stesso leader leghista Salvini ha chiesto esplicitamente al Cavaliere di sciogliere la riserva e rassicurare in merito a numero e nomi dei grandi elettori che dovrebbero sostenerlo, soprattutto al di fuori della coalizione.

Ma a Villa Grande si è parlato anche di legge elettorale. In questo caso, l'argomento avrebbe suscitato tensioni fra i presenti, in particolare tra Giorgia Meloni (a favore del sistema maggioritario) e Luigi Brugnaro (sostenitore di una modifica della legge elettorale in senso proporzionale).

Alla fine, la coalizione (ad eccezione di Brugnaro) ha diffuso una nota congiunta nella quale si conferma l'impegno a non modificare l'attuale legge elettorale.

Le critiche di Pd e M5s

La scelta del centrodestra di candidare Berlusconi al Quirinale ha suscitato irritazione nei partiti di centrosinistra. Il segretario del Pd Enrico Letta specifica che il candidato al Colle "deve essere unitario e non divisivo".

Dello stesso avviso è il M5S, il cui presidente Giuseppe Conte afferma che Berlusconi alla Presidenza della Repubblica è "un'opzione irricevibile e improponibile" e chiede che "il centrodestra non blocchi l'Italia".

Secondo il leader di Italia Viva Matteo Renzi, invece, l'indicazione di Berlusconi come candidato "è una indicazione a metà", poiché bisogna ancora verificare se ha i numeri per farcela.

L'ex sindaco di Firenze ha poi sottolineato che "un candidato di centrodestra può ottenere un consenso di parte del M5s e del Pd" e che, se si trattasse di un candidato in grado di tutelare gli interessi degli italiani, anche Italia Viva sarebbe pronta a votarlo.

Il centrodestra ha un 'piano B' per il Quirinale?

Se nei prossimi giorni la ricerca dei voti necessari per salire al Quirinale dovesse fallire, Berlusconi potrebbe fare un passo indietro nella corsa al Colle. Preoccupazione che, ovviamente, serpeggia all'interno del centrodestra, che sembra non disporre di un "piano B" qualora ciò accadesse. Il governatore della Liguria Giovanni Toti sostiene che "se il centrodestra dovesse fallire sul Cavaliere, poi avrebbe difficoltà a far dialogare gli altri".

E il deputato Osvaldo Napoli osserva che le elezioni si costruiscono "con il dialogo, non con il pallottoliere".

Nel frattempo, non è passata inosservata la "visita" di Gianni Letta a Palazzo Chigi, prima del vertice di Villa Grande. Secondo alcuni osservatori, il fedelissimo di Berlusconi starebbe accarezzando l'idea di salire al Colle al posto dell'ex premier. Secondo altri, invece, starebbe lavorando per una "soluzione centrista" del rebus Quirinale. In tal senso, il nome dello stesso presidente del Consiglio Mario Draghi (o, magari, quello di una donna) potrebbe mettere tutti d'accordo.